“La prima, la migliore”: in scena la disumanizzazione della guerra

Al Teatro delle Donne di Calenzano presentato in prima regionale lo spettacolo della Compagnia Berardi Casolari.

L’eccellente qualità della stagione 2015/2016 del Teatro delle Donne è stata confermata anche in occasione della presentazione in prima regionale al Teatro Manzoni di Calenzano (Fi) de “La prima, la migliore” della compagnia Berardi Casolari. Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione in occasione del centenario della Prima guerra mondiale, è ispirato al romanzo autobiografico “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque. Scritto nel 1929, divenne ben presto un manifesto contro le atrocità della guerra grazie alla sua lucida immediatezza nel raccontare la cruda quotidianità della vita di trincea dei giovani soldati, ben diversa da quella entusiasmante, eroica e coraggiosa, della propaganda nazionalista.

L’eccellente lavoro attoriale e drammaturgico di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari (autori del testo e della regia, e in scena assieme a Davide Berardi) ha intrecciato il capolavoro di Remarque con altre fonti, quali il diario di Carlo Emilio Gadda “Giornale di guerra e prigionia”, e lo ha trasformato in una narrazione potentemente fisica dove il messaggio è affidato più ai gesti e alle immagini che non alle parole. E dove anche lo spazio scenico e gli oggetti che lo ‘abitano’ diventano potenti strumenti di comunicazione nel loro interagire con il corpo dell’attore. Basti pensare all’elastico, trasformato di volta in volta in fucile, in benda, in prigione. Un messaggio che è una denuncia nei confronti della retorica della guerra e, più in generale, della disumanizzazione connaturata in ogni conflitto. Lo si capisce sin dal primo momento. In palcoscenico, da una parte, un giovane soldato intona canti popolari, mentre una donna le fascia la testa e il polso sinistro con bende bianche che subito diventano rosso sangue. Intanto, dall’altra parte, un imbonitore declama un accorato discorso a favore della lotta armata. Da questo momento il punto di vista principale diventa quello, disincantato, del soldato che vive in prima persona i disagi della fame e del freddo, la paura degli attacchi nemici, la morte degli amici. Ma nel corso dello spettacolo questo sguardo dall’interno si intreccia con quello prepotente dell’ideologia dominante o quello indifferente della popolazione civile, creando un contrasto di piani che rende ancora più drammatico il divario tra la realtà della trincea e la falsità dell’informazione che plasma la coscienza comune. E il pensiero non può non correre all’oggi e ai fatti drammatici che stiamo vivendo.

Un teatro di denuncia, dunque, creato da una compagnia che dimostra un’eccellente sapienza artigianale e attorica. E se una lode particolare va a Gianfranco Berardi, che ha fatto della propria cecità un punto di forza (e si stenta a crederlo non vedente), è dalla perfetta sintonia del gruppo che nasce la qualità del loro fare teatro.

Calenzano (Fi) – TEATRO MANZONI, 27 febbraio 2016

Lorena Vallieri

LA PRIMA, LA MIGLIORECompagnia Berardi Casolari

Testo e regia di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari. Con: Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Davide Berardi. Produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione.

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