“La Lettera”: la semplice comicità di Paolo Nani

Direttamente dalla Danimarca l’attore Paolo Nani porta il suo spettacolo al Teatro di Rifredi di Firenze in occasione del progetto “International Visual Theatre”.

 

paolo-naniPaolo Nani è un clown, un personaggio dell’assurdo, un fanciullo che imita via via nuovi ruoli, reinventandosi ogni volta. Il suo spettacolo “La Lettera”, in scena al Teatro di Rifredi di Firenze, rientra nel progetto “International Visual Theatre”, occasione preziosa che il teatro offre di incontrare artisti provenienti da altri paesi (Nani, pur essendo ferrarese, vive e lavora dal 1992 in Danimarca) che si dedicano alle forme alternative di linguaggio teatrale (mimo, musica, circo, marionette). Si tratta di spettacoli il cui fascino sta proprio nello stupore, nel coinvolgimento sensoriale e, soprattutto, visivo che destano. Il teatro fisico, in fondo, in Italia non ha una diffusione tanto grande come in altre nazioni, il pubblico è più abituato alla prosa, alla parola. Si fa fatica a pensare che, qualche secolo fa, gli attori italiani fossero i migliori al mondo in arti acrobatiche e mimo. Non manca anche una sottovalutazione di questo genere, come se si trattasse di teatro “di serie B”. Ma, se fondato su una solida competenza, una rappresentazione di questo tipo, oggi, incanta, proprio perché non c’è l’abitudine. Nel caso di Paolo Nani, infatti, gli spettatori non volevano più lasciare la sala, continuavano ad applaudire e a richiedere il bis.

Bastano pochi minuti per collegare la rappresentazione al libro di Raymond Queneau “Esercizi di stile”, testo a cui l’attore ha confermato di essersi ispirato alla fine dello spettacolo, quando ha incontrato il suo pubblico. L’associazione, però, era evidente dal primo istante: la ripetizione di una banalissima storia che si arricchisce solo perché a raccontarla è sempre un personaggio diverso. La disputa nata sull’autobus riferita ben 99 volte con svariati stili dall’autore francese qui è sostituita dalla stesura di una lettera. L’attore rientra in scena 15 volte e ripete la breve trama con una precisione e una regolarità incredibili. Qualcuno potrebbe chiedersi come uno spettacolo così semplice possa destare tante risate e una profonda ammirazione. È qui che l’arte dell’attore e la magia del teatro hanno il loro ruolo di protagonisti. Il trucco è nell’accuratezza del gesto, basterebbe poco per risultare demenziale, altrettanto poco per diventare esagerato. Ma la maestria di Nani lo rende perfetto. La dose di follia è controbilanciata dalla consapevolezza che la vita è realmente fatta di tanti piccoli gesti continui, a volte inutili, spesso strani. Fa ridere il clown, ma fa ridere anche l’attore, la sua riproduzione umana. I personaggi mimati dall’attore seguono diverse indicazioni: “all’indietro”, “ripetizioni”, “pigro”, “horror”, “senza mani”, “circo”, “cinema”, per citarne alcune. L’attore replica lo stesso percorso, le stesse azioni, ma con una impostazione differente. Ecco come un’azione banale diventa sempre più sorprendente e via via più complessa. Trattandosi di un tipo di teatro comico-clownesco assume notevole valore il rapporto con il pubblico, il quale viene coinvolto con ammiccamenti o dirette richieste di aiuto.

Non sono solo le doti del regista e interprete, la cui espressività facciale e gestuale è magistrale, a rendere questo spettacolo un piccolo gioiellino (non a caso l’attore lo ha replicato circa 1000 volte). La figura del clown, spesso associata al pagliaccio da circo, conserva in sé, invece, la rappresentazione del bambino, della sua spontaneità. Non sono le gag o le battute a destare l’ilarità, ma la sua ingenuità, la sua assoluta innocenza. E come un ragazzino Nani riesce a divertirsi nel fare il suo spettacolo e a renderlo sempre nuovo, originale. Il risultato è che a guardarlo tenerezza e riso si mescolano in una piacevole sensazione.

Firenze – TEATRO DI RIFREDI, 28 novembre 2013

Mariagiovanna Grifi

 

LA LETTERA – Regia: Paolo Nani; Interpreti: Paolo Nani; Concezione: Nullo Facchini e Paolo Nani. Compagnia Paolo Nani (Danimarca).

 

 

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