“La grande fuga” del duo teatrale Bestiaire

All’Appartamento di Firenze le papier-mâché di Cristian Flore e Selene Framarin.

Un progetto ambizioso quello del duo teatrale Bestiaire, capitanato da Cristian Flore e Selene Framarin, in scena all’Appartamento di Firenze con lo spettacolo “La grande fuga”. Un’idea originale riproposta nella location fiorentina di via dei Giraldi, all’interno dell’Associazione culturale ed organizzatrice di eventi, corsi e laboratori legati alla pratica artistica. La rappresentazione di Flore e Framarin nasce attorno ad uno studio su un’insolita materia, le maschere, allo scopo di capire come si muovono e respirano questi pezzi di papier-mâché, che vibrazione hanno e qual è il loro destino, grazie alle creazioni di Matteo Destro, David Poznanter e la stessa Selene Framarin. Un lavoro scaturito dall’improvvisazione, senza un preciso fine sulla scrittura, che ha così portato alla nascita dei loro personaggi in reciproca interazione. Il tutto si viene a configurare in una tragicommedia che pone le sue radici nel sud Italia, dove risuonano gli echi della farsa all’italiana. Qui incontriamo due buffi protagonisti, Battista e Cesira, alle prese con le loro pulsioni, vizi e desideri, vittime e carnefici di due vite intrappolate in una rete di costrizioni: quelle della società, della religione e della tradizione, che vedono al centro della storia questi anziani coniugi, rispettivamente sposati da anni, che si incontrano e si innamorano. Ben presto sognano di fuggire e potersi rimaritare in segreto. Ma cosa direbbero le loro famiglie e la gente? Troppi obblighi a cui essere devoti, da cui nasce l’impellente bisogno di divincolarsi, tagliare il cordone ombelicale e filarsela. Quel che li aspetta dopo la “grande fuga” è tutto da scoprire.

Il mondo descritto dal duo Bestiaire risalta contesti abitualmente trascurati dai riflettori, quelli dei vecchi, interrogandosi con curiosità sui loro sentimenti, nostalgie e sogni concessi in questo ultimo ciclo di vita. La loro collaborazione artistica comincia nel 2013, quando si incontrano alla Scuola di Creazione Teatrale in Hèlikos, percorso formativo che, ispirandosi al metodo Jacques Lecoq, permette di leggere e descrivere la realtà in termini di movimento, oltre che di conoscere e combinare linguaggi teatrali diversi, come il melodramma, la pantomima, la commedia dell’arte e la clownerie. Tutte risonanze che ritroviamo nella “Grande fuga”, capaci di tradursi in una sensibile riflessione sulle ipocrisie, i culti e i costumi spesso ridicoli di una collettività in forte contrapposizione tra libertà e prigionia, amore e miseria. Degno di nota in questo lavoro un particolare e piacevole elemento narrativo, quello musicale, una sorta di trasfigurazione emotiva che accompagna e scandisce l’interpretazione dei due attori, bravissimi esecutori al clarinetto e voce (Selene Framarin) e diamonica (Cristian Flore). Un repertorio melodico ardito che mette insieme suoni folkloristici e canti popolari, come il noto ritornello napoletano “‘O sole mio”, e il celebre brano della cantautrice sarda Maria Carta “Deus ti salvet Maria”. Il finale, come tutte le partenze precipitose che si rispettino, lascia un po’ l’amaro in bocca, un blitz della realtà in un mondo in mutamento alla Ặ bout de souffle, ma è troppo tardi per avere paura anche stavolta.

Firenze – L’APPARTAMENTO, 28 maggio 2016.

Mara Marchi

LA GRANDE FUGA – Regia: Cristian Flore e Selene Framarin; Maschere: Selene Framarin, Matteo Destro e David Poznanter; Interpreti: Cristian Flore e Selene Framarin.

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