Charles St-Onge Cirque du Soleil

Intervista a Charles St-Onge Artistic Coordinator – Singers and Instrumentalists del Cirque du Soleil

Charles St-Onge è da 17 anni il Coordinatore artistico di cantanti e strumentisti del Cirque du Soleil. Abbiamo approfittato della sua presenza a Napoli per lo svolgimento di alcuni casting per porgli alcune domande e lui, molto cortesemente, ci ha risposto. Ecco il risultato di questo fortunato incontro.

  1. Quando e come ha incontrato per la prima volta il circo?

 Sono arrivato all’ufficio Casting del Cirque du Soleil per una sostituzione di due settimane. Lavoro lì da  17 anni e sono felicissimo di fare questo tipo di lavoro.

  1. Come ha scelto di lavorare in un circo?

Provengo dal mondo della danza contemporanea e della televione, non conoscevo molto del Cirque du Soleil oltre alla vastissima gamma di discipline artistiche rappresentate nei loro spettacoli. Mi hanno subito conquistato. 

  1. Che differenza c’è tra dirigere un’azienda “convenzionale” e un circo?

La differenza maggiore col dirigere un’azienda convenzionale è l’importanza da dare al processo creativo. Investiamo un’enorme quantità di tempo ed energia nello sviluppo delle nostre produzioni. La creatività è l’essenza dei nostri spettacoli e per questo ci assicuriamo che il nostro team creativo sia fornito di tutto ciò di cui possa avere bisogno per dare forma in un modo o nell’altro alle loro idee creative. Dato che la maggioranza dei nostri spettacoli saranno presentati per anni, dovranno essere capaci di attrarre l’interesse di milioni di spettatori ed essere un’esperienza unica. La mission del Cirque du Soleil è solleticare l’immaginazione, coinvolgere i sensi e suscitare l’emozione delle persone in tutto il mondo.

  1. Qual è il futuro del circo nell’era della tecnologia 3D?

 Lo spettacolo dal vivo ha un posto special enel mondo dello show biz ma, ovviamente è destinato a evolversi. L’esperienza umana può essere accresciuta e implementata da tante tecnologie. La 3D è una di queste tante strade che stiamo esplorando per essere portata alla ribalta  e all’interesse dello spettatore di oggi. La tecnologia è una strada molto interessante per solleticare la curiosità delle persone e donare loro nuove esperienze dal vivo. È per questo che stiamo lavorando con i Felix and Paul Studios coi quali abbiamo lanciato  “DREAMS of “O”” all’inizio del 2017. Si tratta di 12 minuti a 360o, una esperienza 3D che immerge lo spettatore in un universo di realtà virtuale incluso acrobati aerei,salti arditi, fuoco e personaggi surreali anfibi. È la prima esperienza di realtà virtuale in assoluto che combini riprese subacquee e in modalità slow motion. Ovviamente è solo una delle modalità di utilizzo della tecnologia 3D, chissà quale potranno essere le prossime!

  1. In una struttura così complessa come il Cirque du Soleil che annovera centinaia di maestranze e artisti, quali sono le maggiori difficoltà di gestione?

 Il Cirque du Soleil deve affrontare le medesime sfide di qualunque grande azienda che lavori in un contesto internazionale: fusi orari, comunicazione multilingue, permessi di lavoro,  tabelle di marcia, etc. La nostra esperienza di settore non rende le cose più semplici, né aggiunge complessità al nostro lavoro quotidiano.

  1. Da sempre il Cirque du Soleil è sinonimo di integrazione e apertura ad artisti di diversa estrazione, etnia e nazionalità. Ci sono mai stati problemi di convivenza nelle lunghissime tournée in giro per il mondo?

 La diversità è uno dei nostri punti di forza. Il Cirque du Soleil è fiero delle differenze culturali e della unicità di ciascun membro della sua squadra. Attualmente, gli artisti scritturati dal team che si occupa del Casting provengono da oltre 60 paesi differenti. Gli artisti che si candidano per entrare nel  Cirque du Soleil sanno che questa è una parte del lavoro, e infatti è proprio questo aspetto che li attira maggiormente. 

  1. Quanto dura la carriera di un artista circense?

Questo dipende da così tante variabili che è impossibile dare una risposta univoca. Come può immaginare, ruoli per attori, clowns o musicisti richiedono meno coinvolgimento fisico rispetto a quelli per acrobati o danzatori. Deve anche considerare che anche se sono in ottima forma quando cominciano a lavorare con noi, molti atleti hanno fatto anni di allenamenti e gare. La risposta potrebbe essere “tanto quanto un artista ha la volontà, l’interesse e la capacità fisica di coprire un ruolo”, ma è più una domanda che concerne scelte personali che altro. Alcuni artisti hanno lavorato con il Cirque du Soleil per più di 10 anni.

  1. Come si diventa artista circense? Quali sono le migliori scuole circensi al mondo? E in Italia qual è la qualità degli spettacoli circensi?

 Se sei interessato a diventare un artista circense, è essenziale avere un allenamento professionale. Frequentare una scuola di circo non è l’unico modo di acquisire un alto livello di preparazione, ma è la strada migliore per ottenere feedback spassionati, valutazioni professionali sulle proprie abilità e il supporto necessario per evolvere nella propria disciplina. Ci sono scuole di arti circensi rinomate in diversi paesi europei giacché  le arti circensi fanno parte della cultura di quei paesi da sempre. Ma il sistema di insegnamento varia tantissimo di paese in paese e quello che potrebbe essere considerato di alto livello in un paese potrebbe non esserlo in un altro. L’Italia ha una lunga storia con le arti circensi e diversi artisti italiani hanno vinto premi nelle competizioni internazionali.

  1. Quali caratteristiche non possono mancare ad un artista, quale che sia la sua specialità, per sperare di essere selezionato dal Cirque du Soleil?

 Passione, comunicatività, apertura, professionalità, capacità di lavorare in squadra…

Oggi che la crisi globale ha così avvilito ambizioni e talenti, se la sentirebbe di consigliare a un giovane la carriera di artista circense?

 Le arti circensi sono molto popolari al momento e, anzi,  il punto è che la domanda supera l’offerta. La cosa importante per assicurare il successo in questo campo è raggiungere un alto livello di performance e non esitare ad apprendere più di una disciplina. Oggi gli artisti professionali e versatili riescono ad avere di gran lunga più opportunità.

 

 

Antonio Gargiulo

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