In capo al Mondo – in viaggio con Walter Bonatti

Il nome di Walter Bonatti forse ai più giovani dice poco, ma chi, per età, ha memoria della conquista del K2 (la seconda vetta del mondo, dopo l’Everest), avvenuta nel ’54, o dei reportage che la rivista Epoca è andata pubblicando fino alla metà degli anni Settanta, se lo ricorda.

Bonatti è stato uno dei più grandi alpinisti del suo tempo e, in seguito, anche uno dei più intrepidi e appassionati esploratori di quei lembi estremi del mondo, dall’Australia alla Patagonia, all’Uganda: luoghi allora non ancora raggiunti dalla cosiddetta civiltà. Ma è anche la sua figura di uomo libero, quasi un cavaliere solitario d’altri tempi, che ne fa un personaggio eccezionale.

In capo al Mondo – in viaggio con Walter Bonatti, prodotto da Teatro Invito e visto in prima milanese al Teatro Libero di Milano, non assomiglia per nulla a quelle inutili, noiose agiografie, nelle quali troppo spesso si risolvono certe rievocazioni. Sarà perché Luca Radaelli, autore della drammaturgia a quattro mani con Federico Bario e interprete dello spettacolo, è nato ai piedi della Grigna e del manzoniano Resegone. Sarà perché ha respirato fin da ragazzo quegli afrori di montagna che, dalla Valtellina, scendono lungo il Lario, e che sono luoghi legati alla vita di Bonatti. Sarà per l’incontro che Luca ha avuto di persona con lui, ormai anziano. Sta di fatto che, fin dalle prime battute, lo spettacolo riesce a indurre nel pubblico un’immediata empatia col personaggio, e una partecipazione emotiva alle sue vicende.

Il lavoro si colloca nel solco di quel teatro civile, che costituisce uno dei filoni in cui si articolano le produzioni di Teatro Invito (del quale Radaelli da quasi trent’anni è direttore artistico): una poetica che parla del presente, o di un passato prossimo, che ha magari goduto dei fasti della cronaca, ma su cui è salutare una rivisitazione, una riproposta di valori etici e civili; anche emozionale, come è proprio del linguaggio teatrale. È il filone cui appartiene, ad esempio, Una questione di vita e di morte – veglia per E.E., del 2009: un’appassionata riflessione sulle vicenda di Eluana Englaro.

Lo spettacolo su Bonatti nasce due anni fa, e ne ripercorre le imprese alpinistiche, le esplorazioni, ma anche le vicende personali, alternando il racconto a momenti in presa diretta, che ci restituiscono l’angoscia di situazioni estreme, come la tormenta in alta quota, ma anche la terribile bellezza della sfida.

Luca ottiene questi risultati con la forza della parola, col supporto, importante ma mai invasivo, della chitarra elettrica di Maurizio Aliffi, e di proiezioni su un precario schermo fatto di scatole di cartone; ora smontato, per suggerire gli scabri profili di vette rocciose, ora ricostruito per sostenere altre immagini. L’attore passa con naturalezza dalla terza persona alla seconda, fino a immedesimarsi, in prima persona, nei momenti più drammatici, nello stesso Bonatti, sortendo effetti di commozione violenta, che il pubblico esorcizza con lo scoppio di un fragoroso applauso a scena aperta.vecchio scarpone

Altrove si rievocano le amarezze e le delusioni, che si trascinarono per decenni, a seguito delle polemiche successive alla conquista del K2; ed è di nuovo la parola, nella sua purezza, a riempire la scena. Vi si coglie anche una trasparente citazione di Marco Baliani, quasi un omaggio a un maestro del teatro di narrazione.

Non mancano, in questa affettuosa e coinvolta rievocazione, i riferimenti a Rossana Podestà, già attrice di fama (la dolce Nausicaa dell’Ulisse girato da Camerini, e poi protagonista di tanti peplum e commedie giallorosa), che gli è stata compagna per oltre trent’anni. Dopo la morte di lui, nel 2012, Rossana aveva scritto un libro: Walter Bonatti. Una vita libera. Poi, se n’era andata anche lei, un anno dopo. Ma, come ricorda Luca con emozione, aveva fatto in tempo a vedere lo spettacolo dedicato al suo uomo.

Claudio Facchinelli

 

In capo al Mondo – in viaggio con Walter Bonatti

Di Luca Radaelli e Federico Bario, con Luca Radaelli; Maurizio Aliffi alla chitarra; immagini a cura di Paola Nessi. Produzione Teatro Invito.

Visto al Teatro Libero di Milano il 10 novembre.

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