“Il Trovatore” apre il San Carlo, tra multimedialità e suggestioni visive

Nella foto di Luciano Romano una scena d’insieme (in primo piano Marco Berti/Manrico)
Nella foto di Luciano Romano una scena d’insieme (in primo piano Marco Berti/Manrico)

Applausi alla prima e alle repliche de il “Trovatore” che ha inaugurato la Stagione lirica 2014-2015 del Teatro di San Carlo di Napoli, anche se per i melomani più accaniti lo spettacolo non resterà nella memoria di molti.
A dirigere in maniera impeccabile il capolavoro di Giuseppe Verdi il maestro Nicola Luisotti che si è congedato così dal suo incarico di direttore musicale dopo aver optato per un maggiore impegno all’Opera di San Francisco. La sua direzione è risultata efficace e pulita come sempre.

Lianna Haroutunian/Leonora (foto Luciano Romano)
Lianna Haroutunian/Leonora (foto Luciano Romano)

Novità dell’allestimento le videoproiezioni dell’artista israeliana Michal Rovner, per la prima volta impegnata con l’opera lirica (a Napoli da tempo per lavorare all’archeo-metrò di prossima apertura a Piazza Municipio). A tratti suggestive e dispersive.

Juan Jesús Rodríguez/Il Conte di Luna (foto Luciano Romano)
Juan Jesús Rodríguez/Il Conte di Luna (foto Luciano Romano)

Chi scrive ha assistito ad una replica con il primo cast. Sorprendente il Conte di Juan Jesùs Rodrìguez, ottime le voci femminili, Lianna Haroutounian in Leonora e Ekaterina Semenchuk in Azucena. Meno convincente l’interpretazione del tenore Marco Berti, un Manrico talvolta di intonazione incerta. Molto tradizionale ma efficace la regia di Michal Znaniecki. Questo è un dramma in cui l’azione si concentra soprattutto sull’individuo, per il resto il cumulo degli eventi sostituisce l’interiorità dei personaggi.

Ekaterina Semenchuk /Azucena (foto Luciano ROmano)
Ekaterina Semenchuk /Azucena (foto Luciano ROmano)

Essenziale la scenografia di Luigi Scoglio, il rosso che accompagna “stride la vampa” si alterna con verde e viola in sottofondi scuri e bui della notte. Di grande suggestione le dissolvenze sonore fuori scena. Belli, come sempre, i costumi di Giusi Giustino.
Ben diretto dal maestro Marco Faelli (da poco arrivato al San Carlo) il Coro.
Il prossimo appuntamento della Stagione è per martedì 30 dicembre ore 20,30 con il classico di Natale per eccellenza, Lo schiaccianoci, tra i titoli più amati della tradizione natalizia balletto di Marius Petipa e Lev Ivanov su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij nella versione coreografia di Alessandra Panzavolta che riprende le creazione originale firmata da Lev Ivanov. Sul podio, a dirigere l’orchestra del Massimo, torna anche David Coleman, da sempre legato al balletto e in particolare alle produzioni di Rudolf Nureyev. L’allestimento è quello sancarliano del 2003, con scene di Nicola Rubertelli e costumi di Giusi Giustino.
Nei ruoli principali si alternerà un cast di rilievo che sfoggia nei panni del Principe Giuseppe Picone, ètoile e icona dell’arte coreutica, talento della nostra terra, formatosi proprio alla Scuola di Ballo del San Carlo e da vent’anni nell’Olimpo della danza mondiale. Con lui danzerà la russa Jurgita Dronina (impegnata nel ruolo di Clara), che torna al Massimo napoletano dopo il successo de Le corsaire lo scorso marzo.
Il secondo cast vedrà protagonisti sul palco il nostro primo ballerino ospite Alessandro Macario, diplomatosi alla Scuola di Ballo del San Carlo e in breve tempo lanciato sulla scena internazionale, e la stella indiscussa della danza televisiva Anbeta Toromani. Nella replica del giorno 3 gennaio alle ore 17 i ruoli del Principe e quello di Clara saranno interpretati rispettivamente da Alessandro Staiano e Luisa Ieluzzi, due giovani promesse del San Carlo.
In scena anche primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo del Lirico di Napoli, con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo diretta da Anna Razzi e del Coro di Voci Bianche diretto da Stefania Rinaldi.

Raffaella Tramontano

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