“Il Lago dei Cigni” di Luigi Marletta

Alla Versiliana un classico moderno con la Compagnia Raffaele Paganini.

Lunedì 7 agosto, al Festival La Versiliana di Pietrasanta, va in scena un “Lago dei Cigni” che dimostra di essere davvero un classico senza tempo, usato e riusato. La Compagnia Nazionale di danza Raffaele Paganini, capitanata dal coreografo Luigi Marletta, restituisce una singolarissima versione del balletto classico.

Se tutti si aspettavano il repertorio, la sorpresa sarà sicuramente stata forte al momento dell’apertura del sipario quando, sulle musiche di Tchajkovskij, sono comparse ballerine con vestiti lunghi sotto le ginocchia, dall’effetto ben diverso rispetto ai canonici tutù dei Balletti Russi. Fiore all’occhiello del Romanticismo, il balletto de “Il Lago dei Cigni” è la storia dell’incantesimo di Odette, principessa trasformata in cigno. Come in tutti i balletti romantici, troviamo la commistione tra colorato folklore e atti bianchi, dominati appunto dal bianco, simbolo dell’etereo, del fantastico, del sogno; il primo è mantenuto senza particolari problemi dal coreografo, il secondo suscita qualche perplessità poichè la gravità della situazione magica e misteriosa lascia spazio allo scherzo, alle pance nude delle danzatrici, all’en dedans come rinnegamento della posizione classica dell’ed dehors, movimenti scomposti, alla ricerca della scoordinazione e del ridicolo, caratteri che alla danza classica non appartengono. Se nella Compagnia Paganini non c’è spazio per «manierismi» e «pantomime», si farebbe meglio a ricordare che i pantomimi erano ottimi acrobati/danzatori, da non confondersi con i mimi nel senso moderno del termine, personaggi buffi o meglio caratteri che giocano sul linguaggio del corpo e sulla mimica facciale per esprimere le proprie azioni e i propri stati d’animo. I famosi quattro cigni, che Marletta riduce inspiegabilmente a tre, ricordano proprio il manierismo degli arlecchini della Commedia dell’Arte e l’unico elemento di repertorio che rimane sono ancora le musiche.

Fisici statuari, movimenti puliti, coreografie ben fatte, precisione ed espressione insindacabili. Durata giusta, che non stanca, che non annoia, che stimola anzi la curiosità. Si vede tanto della danza classica, ma si vede ancora di più la modern dance, ciò che manca è quella coerenza che probabilmente risiede nelle intenzioni ma non è efficacemente trasmessa ai fruitori. Nella prima ballerina si avverte una disciplina, negli altri se ne nota una diametralmente opposta, tanto che è difficile comprendere i veri propositi dell’autore.

Programmatica sembra invece la morte del cigno, che segna bruscamente la fine dello spettacolo e che rappresenta un finale davvero d’effetto: potrebbe essere stato il giusto titolo, “La morte dei cigni”, di un’opera che scardina il classico ma teme di farlo fino in fondo.

Pietrasanta, 10 agosto 2017.

Benedetta Colasanti

Il lago dei cigni – Musica: TchaJkowskij; coreografia: Luigi Martelletta; produzione: Compagnia Raffaele Paganini; interpreti: Corpo di ballo della Compagnia Raffaele Paganini.

Share the Post:

Leggi anche