“Il carico della formica”, l’esordio letterario di Demetrio Verbaro

formica_libro-700x700Il pensiero che tutto quello che può raccontarci “Il carico della formica” sia ispirato ad una storia vera, ci fa capire quanto possa essere intricato il mondo e quante volte la vita ci possa portare di fronte ad episodi che non avremmo mai pensato di dover affrontare.

Scritto da Demetrio Verbaro, giovane autore alla sua prima prova letteraria, ed edito da “Lettere Animate”, il romanzo racconta la storia di Carlo, un ragazzo che a soli trent’anni può già vantare un matrimonio ed una paternità e, all’inizio del libro, anche l’impatto con un nuovo lavoro, quello di giardiniere in un ex-manicomio, adibito a casa d’accoglienza per persone difficili e con problemi. E’ proprio lì che verrà a contatto con una paziente molto particolare che farà vacillare le sue convinzioni e la sua routine quotidiana, portandolo inevitabilmente di fronte ad una scelta complessa ed inaspettata.

“Il carico della formica” può considerarsi un romanzo di crescita e di informazione, perchè mette sotto i riflettori una dura esistenza, quella di persone che hanno bisogno di una riabilitazione per poter curare le ferite dell’anima, ma anche la psicologia umana vista dagli occhi del protagonista che dovrà affrontare non solo la conoscenza di personaggi con cui non si ha quotidianamente a che fare, ma anche con un dilemma atroce che potrebbe portare inevitabilmente ad uno strappo forte in un senso o nell’altro. Molto ben delineati i background appartenenti ai personaggi principali del libro, con storie forti alle spalle e ben amalgamate con la vicenda di base attraverso flashback che il lettore sicuramente apprezzerà, capaci di toccare frammenti di vite complicate di persone che invisibilmente sono intorno a noi.

Un ottimo inizio quello di Demetrio Verbaro che ha scelto un modo non facile per affrontare la sua prima avventura letteraria, presentando un panorama sociale complesso, ma ambientato in un contesto territoriale a lui ben noto e quindi fortemente sentito.

Gaetano Cutri

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