“I salotti di Firenze Capitale”: conversazione (in)credibile con Edmondo De Amicis

La Compagnia delle Seggiole propone nella Villa Medicea della Petraia un suggestivo salto nel tempo alla riscoperta della Firenze del 1869.

2014-07-06 12.07.16In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni di Firenze Capitale, annunciati nella primavera di quest’anno e che si protrarranno per tutto il 2015, la storica Compagnia fiorentina delle Seggiole ha deciso di far rivivere il clima intellettuale dell’epoca attraverso un’“intervista (in)credibile” a uno dei suoi indiscussi protagonisti: Edmondo De Amicis. Così, nella splendida cornice delle sale affrescate della Villa Medicea della Petraia, a Castello (Fi), l’autore del libro “Cuore” torna a rivivere e, incalzato dalle domande dello scrittore Marcello Lazzerini, fa riemergere dalle ombre del passato i personaggi e gli avvenimenti dell’epoca. Un’occasione imperdibile per visitare una delle più belle e celebrate ville toscane, sede eletta da Vittorio Emanuele II e da Rosa Vercellana come propria residenza, rivivendo con la fantasia uno dei periodi del suo massimo splendore.

2014-07-06 12.07.30Fabio Baronti – che nello spettacolo interpreta il De Amicis ‘adulto’ – conferma anche in questa occasione la sua abilità, più volte dimostrata in simili ‘viaggi teatrali’, a usare la parola per riportare gli spettatori indietro nel tempo, e precisamente nella Firenze del 1869. La città, seppur tra molti contrasti, è ormai da quattro anni Capitale d’Italia e il giovane De Amicis vi risiede in quanto direttore della rivista “L’Italia militare”, organo di propaganda del Ministero della Guerra. Qui entra da subito in contatto con l’ambiente intellettuale e politico di impronta moderata, ispirato alla Destra storica e facente capo a Ubaldino ed Emilia Peruzzi. Proprio a loro, organizzatori e animatori di uno dei più famosi salotti letterari dell’epoca, il cosiddetto “Salotto rosso”, è dedicata ampia parte dello spettacolo della Compagnia delle Seggiole.

2014-07-06 12.10.40Il De Amicis fu infatti membro attivo di questa compagine letteraria e politica e strinse un affettuoso e intenso rapporto di amicizia con la padrona di casa, testimoniato da un ricco carteggio tuttora in gran parte inedito (e custodito alla Biblioteca Nazionale di Firenze), nonché dal volume “Un salotto fiorentino del secolo scorso”, pubblicato dallo stesso De Amicis nel 1902, anno della morte della Peruzzi. In una serie di ‘quadri’ il giovane letterato (Luca Cartocci) e la nobildonna fiorentina (Sabrina Tinalli) dialogano tra loro fornendoci un vivido ritratto del tempo, ma anche uno spaccato intimistico sul loro stretto rapporto di confidenza e collaborazione. Un rapporto che, con ogni probabilità, per il De Amicis sarebbe potuto diventare qualcosa di più. Ed è allora particolarmente suggestivo il momento in cui la Peruzzi, di vent’anni più vecchia, rimprovera con l’affetto e la benevolenza di una madre, le aspettative del giovane amico.

10402414_808363509188006_6721667512934439276_nI due si abbandonano poi al gusto per il pettegolezzo, rendendoci partecipi dei piccanti aneddoti che circolavano sul salotto rivale, in cui De Amicis non riuscì mai a entrare. Alludiamo a quello di Madame Marie Studolmine Wyse Bonaparte, cugina di Napoleone III e moglie di Urbano Rattazzi, ex Presidente del Consiglio. Un circolo mondano ed eccentrico, a differenza del “Salotto rosso”, e che non mancava di suscitare scandalo. Si racconta infatti dell’abitudine della Rattazzi di presentarsi ai balli con abiti succinti, o della strana mania di aggirarsi, all’imbrunire del giorno, tra le tombe del cimitero di San Miniato, avvolta solo da lunghi veli neri. Eccentricità imperdonabili per le rigide dame fiorentine, come ci informa la bella e ciarliera dama francese (Silvia Vettori), che fa la sua comparsa in scena durante una pausa tra una visita a teatro e l’organizzazione di una festa. È lei ad aggiornare il poeta Giovanni Prati (Marcello Allegrini) sulla vita pubblica e spettacolare della città e sulle applaudite esibizioni della grande cantante lirica Adelina Patti e del noto compositore Luigi Arditi.

2014-07-06 12.25.07Politica, letteratura, mondanità. Ma per restituire ancor meglio il clima che si respirava nei salotti di Firenze Capitale, gli autori del ‘viaggio’ hanno svolto un’accurata ricerca sulla stampa dell’epoca, anch’essa conservata alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, e hanno individuato alcuni brani musicali particolarmente significativi perché scritti o comunque eseguiti con grande successo durante quel periodo. Cinque di questi, oggi ormai quasi sconosciuti, vengo riproposti durante lo spettacolo dalla soprano Cinzia Borsotti con l’accompagnamento al pianoforte di Gianni Fabbrini: lo stornello toscano “Lascia stare il can che dorme” di Luigi Gordigiani; “L’orologio”, scherzo per soprano e pianoforte di Luigi Arditi; la “Canzonetta spagnuola” di Gioacchino Rossini; “La danza d’amore” per voce e pianoforte di Rodolfo Mattiozzi; “Il bacio d’addio” di Adelina Patty su testo originale di Lord Byron.
Infine, ad arricchire la sensazione di un salto indietro nel tempo, la possibilità di effettuare una passeggiata in carrozza per i sentieri del parco, scoprendone quella parte generalmente chiusa ai visitatori.

CASTELLO (FI) – Villa Medicea della Petraia, 6 luglio 2014.

Lorena Vallieri

I SALOTTI DI FIRENZE CAPITALE. CONVERSAZIONE (IN)CREDIBILE CON EDMONDO DE AMICISAutore: Marcello Lazzerini; regia: Sabrina Tinalli; costumi: Giancarlo Mancini; Ricerca musicale e cantata  da Cinzia Borsotti; pianoforte: Gianni Fabbrini.

Interpreti: Marcello Allegrini, Fabio Baronti, Luca Cartocci, Marcello Lazzerini, Sabrina Tinalli, Silvia Vettori.

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