“I promessi sposi – Opera moderna”
La passione secondo Guardì

Applauditissima prima serata per il rientro a Milano (la prima volta era stata nel 2010) della trasposizione in chiave musicale del romanzo di Alessandro Manzoni, in cartellone al Teatro Arcimboldi fino al 25 Ottobre.
Fedele nel testo al lavoro al quale è ispirato, il musical mette in scena la storia d’amore tra Renzo (Graziano Galatone, presente e incisivo) e Lucia (Noemi Smorra, ottima voce ma minore presenza scenica) avversata dal prepotente Don Rodrigo (Giò di Tonno, “cattivo” per eccellenza, dirompente, vero mattatore della serata).
Dodici anni di lavoro, numerose rielaborazioni, uno sforzo produttivo da 6 milioni di euro, il “sogno” di Michele Guardì approda a un’opera esuberante, ricca, colta (non possiamo non cogliere i riferimenti pittorici ad Hayez), ben scritta, fortemente evocativa, basata sui temi universali della Fede, della Giustizia e dell’Amore; ma soprattutto a un’accorata messinscena delle passioni che, al di là del bene e del male, muovono i personaggi in uno spazio “umano” tra cielo e terra. Se nell’opera del Manzoni dietro ogni azione compiuta dai personaggi si adombrava il concetto della divina Provvidenza, nel musical sono le passioni ad essere protagoniste; e da qui, come nel romanzo manzoniano, è forse il lato oscuro dei personaggi, più che le luci, a risplendere di vita vera. Coinvolge lo sgomento di Don Abbondio (Salvatore Salvaggio, perfetto), l’affetto di Agnese (Brunella Platania, passionale) per Lucia; colpisce la storia sanguinosa e la conversione di Fra Cristoforo (Christian Gravina, intenso), il “Verrà un giorno”, minacciato dallo stesso frate a Don Rodrigo (toccante il brano “Che cos’è questo fuoco”, che delinea la passione per Lucia); emoziona la vita dolorosa della monaca di Monza (Rosalia Misseri, seducente) “Amore che non posso amare”, l’epica conversione dell’Innominato (Vittorio Matteucci, solenne) con l’abbraccio liberatorio al Cardinale, sulle note di “Solo il silenzio”, l’assalto ai forni a Milano e la peste che colpisce la città, la madre di Cecilia (Chiara Luppi, vibrante) con la figlioletta morta in braccio.
Dopo la scena iniziale “nei camerini” che ci introduce al racconto, ci troviamo di fronte a una frammistione di generi quantomai eterogenea: storia “classica” per eccellenza unita alla tradizione del musical d’Oltremanica, toni da lirica e chitarre elettriche, frammenti di canto gregoriano e brani popolari dialettali (Milano sempre protagonista sullo sfondo). Magnifici i costumi, mentre le imponenti e antiche scenografie mobili di Luciano Ricceri, a cui danno forza le luci manichee di Marco Macrini, disegnano uno spazio vivo al confine tra lirica e musical che esalta ancora una volta le idee di regia: la ragnatela che avvolge Don Abbondio in sogno minacciato dai bravi, le statue che rappresentano la giustizia nello studio dell’Azzeccagarbugli (Vincenzo Caldarola, eclettico), l’inquieto andare delle monache sullo sfondo del dramma di Gertrude, i flashback interiori dei personaggi mentre raccontano la loro vita.
Il giovane ed esuberante corpo di ballo, vero “coro” in scena, rafforza e sottolinea il turbinio di sentimenti fino alla pioggia finale che cade su attori e scene, liberando Milano dalla peste.
In tanta ispirata celebrazione non possiamo, proprio in un’opera che si staglia come un’elegia del sentimento, non dichiarare il nostro minore apprezzamento per alcuni brani (“Suonate campane’”) e alcuni momenti che cedono a qualche compiaciuto sentimentalismo, senza le quali avremmo potuto scomodare una parola rara e preziosa: capolavoro. Ma le passioni vere, Guardì ci suggerisce, in fondo non si giudicano, si cantano e si ballano. A volte si portano in scena. E si vivono.
dal nostro inviato Diego Galdi
3-10-2015

I Promessi Sposi – Opera Moderna

Testo e regia: Michele Guardì
Musica e arrangiamenti: Pippo Flora
Scenografia: Luciano Ricceri
Coreografie: Luciano Cannito
Costumi: Alessandro Lai
Cast: Graziano Galatone, Noemi Smorra, Vittorio Matteucci, Christian Gravina, Rosalia Misseri,
Brunella Platania, Chiara Luppi, Salvatore Salvaggio, Lorenzo Praticò, Vincenzo Caldarola, Enrico D’Amore, con la partecipazione speciale di Giò di Tonno, il Corpo di Ballo de “I Promessi sposi – Opera Moderna”.

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