I promessi sposi: Manzoni-Servillo, un connubio perfetto

Lo si conosce tra i banchi di scuola ove costretti e svogliati se ne leggono stralci o a fatica lo si legge durante le vacanze estive; poi fortunatamente arriva l’età adulta e lontani da interrogazioni e obblighi lo si riscopre nella sua interezza, nella sua natura e lo si ama per la sua bellezza e immediatezza: I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Un gruppo di studiosi partenopei, appartenenti all’ateneo federiciano, ha pubblicato una nuova edizione del romanzo per la Bur-Rizzoli. Coadiuvati da Francesco de Cristofaro vi hanno collaborato Giancarlo Alfano, Matteo Palumbo, Marco Viscardi e Nicola de Blasi che ha dato il suo contributo con un saggio linguistico. La nuova pubblicazione completa, in quanto corredata anche del saggio storico Storia della colonna infame, ci restituisce anche una nuova immagine del Manzoni, non più solo e unicamente romanziere spinto dall’afflato religioso ma poeta innovatore e rivoluzionario. Il volume nelle sue 537 pagine è tutto da scoprire nelle prefazioni e postfazioni e nelle immagini originarie che il Manzoni aveva scelto per il suo romanzo.

La presentazione di questa nuova edizione manzoniana ha avuto luogo nel pomeriggio di lunedì 5 gennaio al Teatro Bellini, dove, moderati da Arturo De Vivo, sono intervenuti gli studiosi Giovanni Maffei e Andrea Mazzucchi e lo scrittore napoletano Giuseppe Montesano.

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L’attore Toni Servillo

Valore aggiunto a questa nuova e diversa pubblicazione e al pomeriggio è stato dato dalla lettura di un capitolo del romanzo fatta dall’inarrivabile Toni Servillo. L’incontro tra il Cardinale Federigo Borromeo e Don Abbondio è stato il passaggio letto dall’attore, colloquio durante il quale i due uomini di chiesa parlano dell’accaduto delle scelte fatte e delle conseguenze; attraverso loro Manzoni parla di giustizia, carità, e soprattutto amore o per essere più precisi “amore intrepido”. Toni Servillo ha incarnato le tre voci – la terza è quella del romanziere che sovente interviene e commenta – senza mai incespicare, cambiando di volta in volta piccoli dettagli nell’intonazione e nella voce, una lettura recitata ma pulita che ci ha restituito nella sua interezza la bellezza della parola manzoniana.

Mariarosaria Mazzone

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