“Guarda i figli dell’Ulster in marcia verso la Somme” al Teatro di Cestello

Il recupero della memoria per una società migliore con il testo di Frank McGuinnes che apre la stagione del Teatro di Cestello.

10733431_773419049395808_674722150_nLa prima nazionale di “Guarda i figli dell’Ulster in marcia verso la Somme” di Frank McGuinnes nella traduzione di Leonardo Gandi è un avvenimento di grande interesse, nonché l’ultimo passo di un progetto che ha visto la collaborazione tra l’Università Europea di Firenze, il Teatro di Cestello e il Cantiere Obraz, in occasione del 100° anniversario della Prima Guerra Mondiale. Il dramma racconta un momento dell’eterna opposizione tra cattolici e protestanti per il controllo dell’Irlanda del Nord, una delle pagine nere della storia umana. Prima di approdare sulla scena, il testo è stato utilizzato in un laboratorio di lettura tenuto da Rosario Campisi e Alessandra Comanducci – i registi dello spettacolo – e rivolto agli studenti dell’Università Europea, che si è concluso con una lettura pubblica bilingue nel convegno “The Long Global Crisis” presso Villa Schifanoia a Firenze lo scorso giugno.

10736177_773419189395794_482477910_nLa storia è ambientata durante la Grande Guerra e inizia con l’arrivo al campo francese dei soldati irlandesi protestanti della 36° divisione, partiti volontari al servizio dell’Impero Britannico con l’intento di salvare la loro terra – l’Ulster – dalle potenze cattoliche. Si è subito condotti all’interno di uno dei dormitori, uno spazio intimo replica metaforica dell’intimità degli animi dei soldati, perché ci si dimentica troppo spesso che le guerre sono combattute in nome dei potenti da ragazzi giovani, che partono per il fronte con le loro paure, le gioie, le speranze interrotte spesso dalla morte prematura. Di questo racconta il dramma: il giovane Pyper (Pierluca Rotolo) si innamora, ricambiato, di Craig (Gabriele Giaffreda); Moore (Giulio Morittu) e Millen (Iacopo Biagioni) si aiutano l’un l’altro a superare le rispettive paure; il giovanissimo Crawford (Thomas Harris) aiuta Roulston (Paolo Ciotti) a superare i conflitti religiosi che lo attanagliano; Anderson (Carlo Salvador) e McIlwaine (Andrea Dezi) cercano una spiegazione alla guerra che stanno combattendo, ma le loro certezze vacillano.

10736221_773419136062466_609592110_nAll’apertura del sipario tutto però è già finito, Kenneth Pyper (Rosario Campisi) è vecchio e la sua realtà è fatta solo della memoria dei suoi compagni che lo tormenta senza sosta. L’uomo è avvolto da un buio totale, metafora della sua non-esistenza di sopravvissuto («il buio eterno non è sopravvivere») e il suo corpo fa fatica a emergere dalle tenebre. A un certo punto un ricordo, il taglio di una mano mentre sbuccia una mela, ha la forza di rievocare il passato e riportarlo indietro al 1916, al momento in cui lui e i suoi camerati arrivano al campo di addestramento. Tutta la storia è un lungo flash-back in cui si rievoca il periodo di addestramento di questi ragazzi che sono destinati a morire di lì a poco nella battaglia della Somme (ce lo ha appena detto il vecchio Pyper). Gli attori sono tutti molto bravi e convincenti e anche se due di loro all’inizio sono un po’ giù di tono e non entrano subito nel personaggio riescono poi a recuperare pienamente, regalando nel secondo atto un meccanismo scenico perfetto e di grande intensità emotiva, che rende appieno il significato profondo dell’opera: la guerra ha il potere di unire gli uomini e al contempo di annientarli psicologicamente.

La regia di Campisi e Comanducci ha il pregio della sintesi: pochi elementi ricostruiscono gli spazi angusti del dormitorio del primo atto e dei luoghi deputati del secondo. Pali arrugginiti montati a impalcatura sostengono le brande e debitamente spostati isolano gli spazi compresenti del secondo atto: la chiesa, la sponda del fiume, il campo e l’isola di Boa. Il sapiente disegno luci di Cristiano Caria e Diego Cinelli concorre a sottolineare la suggestività delle atmosfere e scandisce perfettamente la cadenza dei tempi scenici.

Il dramma di McGuinnes, uscito nel 1985, ha un sottotesto ricchissimo di temi sociali e filosofici e ha avuto un ruolo determinante nel processo di pacificazione di un conflitto che si è protratto così a lungo. La società di oggi è troppo orientata al futuro e riflette poco sul proprio passato. Per questo è importante che si continuino a proporre spettacoli come questo, perché noi siamo prima di tutto il nostro passato e solo recuperandolo e facendolo nostro potremo assicurarci un futuro migliore.

Firenze – TEATRO DI CESTELLO, 25 ottobre 2014

Diego Passera

GUARDA I FIGLI DELL’ULSTER IN MARCIA VERSO LA SOMME (Observe the Sons of Ulster Marching Towards the Somme) – Autore: Frank McGuinnes; Produzione: Cantiere Obraz e Teatro di Cestello in collaborazione con EUI (European University Institute; Traduzione: Leonardo Gandi; Regia: Rosario Campisi e Alessandra Comanducci; Aiuto regia: Virginia Billi e Camilla Pieri; Scene e costumi: Marcello Ancillotti e Cecilia Micolano; Luci: Cristiano Caria e Diego Cinelli.

Interpreti:  Rosario Campisi (Old Kenneth Pyper); Pierluca Rotolo (Young Kenneth Pyper); Gabriele Giaffreda (David Craig); Iacopo Biagioni (John Millen); Giulio Morittu (William Moore); Paolo Ciotti (Christopher Roulston); Thomas Harris (Martin Crawford); Carlo Salvador (George Anderson); Andrea Denzi (Nat McIlwaine).

Spettacolo sovratitolato in inglese.

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