“Good People”, quanto il teatro sa troppo di cinema

good-peoplePuò il contesto urbano e sociale influire sulle possibilità di successo di una persona? E’ probabilmente questa la domanda su cui lo scrittore americano David Lindsay-Abaire ha voluto giocare creando “Good People”, testo che è stato sfruttato da Roberto Andò per la realizzazione dell’omonimo spettacolo teatrale inserito nel programma della settima edizione del Napoli Teatro Festival Italia.

La storia è quella di Margie, una donna che perde il lavoro a causa dei suoi continui ritardi e si ritrova a giocare a bingo con un gruppo di amiche: proprio in quell’ambiente misero e desolato le giunge una notizia importante, ovvero il ritorno in città di Mike, una sua ex-fiamma che ha cambiato la sua vita lasciando il paese natio e creandosi un lavoro soddisfacente sotto tutti i punti di vista.Tra verità più o meno rivelate, invidie sopite e la vita tranquilla dei sobborghi della città, il testo miscela momenti di pura commedia con la riflessione su temi sociali importanti, tanto da aggiudicarsi una nomination ai Tony Awards.

Andò, a causa probabilmente di una deformazione professionale, rende la sua regia troppo cinematografica, diluendo troppo i tempi di reazione degli attori e presentando troppa staticità per una commedia americana. Michela Cescon nel ruolo di protagonista, così come Luca Lazzareschi nei panni di Mike alternano convincenti monologhi e rari dialoghi serrati interessanti da seguire, con delle temperature troppo calcate dei propri personaggi, scelta che non li rende più di tanto convincenti.

Loredana Solfizi e Roberta Sferzi nel ruolo delle amiche del bingo rappresentano il lato più giocoso e divertente della commedia, seppur incasellate in un primo tempo decisamente pesante, impreziosito solo dalla presenza di Nicola Nocella nel ruolo del sempliciotto Stevie. Il secondo atto si rianima facendo venire tutti i nodi al pettine ed inserendo il necessario ruolo di Kate, moglie di Mike, interpretata da Esther Elisha con precisione e buona recitazione.

Nonostante l’allestimento scenico molto (troppo?) prezioso, e l’uso di nomi interessanti per il teatro italiano,“Good People” rimane una commedia con tempi e toni da opera drammatica, basata su un testo che forse sarebbe stato più interessante leggere che veder rappresentato su un palcoscenico.

Gaetano Cutri

Napoli – Teatro Mercadante 17 giugno 2014

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