Gli enigmi della sesta sinfonia di Mahler

 

 

Teatro Comunale di Bologna

Orchestra Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Juraj Valcuha

 

 

Che l’apertura della stagione sinfonica del Teatro Comunale con la sesta sinfonia di Mahler, diretta da Juraj Valcuha, fosse la cronaca di un trionfo annunciato lo si avvertiva nell’aria. Pubblico attento, interessato, colto, curioso ha affollato la sala dell’auditorium Manzoni per ascoltare uno dei vertici del sinfonismo mondiale: una pagina che, a dispetto del titolo dato dagli editori dell’poca (“sinfonia tragica”) avrebbe dovuto essere denominata “enigmatica” perché gli interrogativi che in essa si agitano sono tutti destinati a non trovare mai soluzione.

Eros e Thanatos, i due estremi in cui si muove la musica di Mahler ravvisa il suo manifesto proprio in questo capolavoro mediante l’opposizione bitematica di un ritmo marziale, tragico, inesorabilmente ritmato ai quattro quarti di violoncelli e contrabbassi ed al tema dell’amore, meglio conosciuto come i “tema di Alma”, l’amatissima moglie del compositore. Lo slancio in lotta con la sua ricaduta, con l’istinto di morte, thanatos.

Il tema marziale che introduce la sinfonia serpeggiante in tutta l’oceanica partitura rappresenta il centro di gravità, Erda, la madre terra che attrae a sé l’uomo chee cerca di rialzarsi, fino a fagocitarlo definitivamente.

Sinfonia misteriosa, interrogativa, ma anche titanica: evocatrice dell’eterna lotta eraclitea tra contrasto ed unione non scevra da tratti autobiografici: lo scherzo del terzo movimento trarrebbe la sua ispirazione (parole di Alma Mahler) dalla corsa sgangherata delle figlie del Compositore e la morte di una di esse fornisce al materiale musicale l’elemento premonitore della tragedia finale: un quarto movimento enigmatico il cui incipit straordinariamente orchestrato prende le mosse da una serie di scale discendenti di arpa, celesta ed archi evocanti l’acqua, l’eterno fluire degli eventi che tutto travolge in un climax sonoro che, con il motivo conduttore marziale del primo movimento giunge a due pesantissimi colpi di martello. L’invitabile e definitiva sconfitta dell’eroe nell’accordo finale, conclusivo della sinfonia, in cui l’oceanico materiale musicale trova la sua composizione in un’unica nota verso cui converge l’intera orchestra.

E’ davvero strabiliante constatare come la bacchetta di un direttore così giovane sia in grado di far emergere tutto il filo conduttore che trovasi alla base della Sinfonia. Il maestro Valcuha, che con Bologna ha sempre avuto uno speciale rapporto affettivo speciale, con gesto asciutto, essenziale ha guidato un complesso  strumentale splendidamente preparato: nessuna sbavatura, direzione misurata, anche nei momenti più rutilanti del capolavoro hanno fatto risaltare l’incredibile preparazione dell’orchestra denotando l’strema professionalità e preparazione di tutte le sezioni che, meritatamente, sono state lungamente applaudite al termine.

Indubbio il merito dell’Amministrazione del teatro Comunale di Bologna nel proporre l’integrale delle sinfonie di Mahler ad esse rimarcando il ruolo epico di un vero  proprio “ciclo”, summa dell’estetica musicale di un genio le cui lacerazioni interiori saranno sempre da guida a chi vorrà affidarsi al fascino del dubbio, anziché al semplicismo delle certezze.

Pietro Puca

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