“Girotondo” schnitzleriano: l’impossibilità di amare

Incontri occasionali, tradimenti, amplessi e distacchi in una carrozzeria di Calenzano.

┬®MarcoBorrelli_31052015_0778L’amore, nelle sue mille sfumature, è possesso. Sebbene la visione di Arthur Schnitzler in “Girotondo” risulti alquanto disillusa, soffermandosi solo sul soddisfacimento di un bisogno fisico, è pur vero che il sesso rappresenta un fattore determinante nelle relazioni amorose. Oggi il carattere scandaloso del testo, scritto tra il 1897 e il 1900, si è ormai perduto, ma resta la più celebre opera di Schnitzler per la sua perfetta costruzione drammatica e drammaturgica. In essa emerge quanto sia difficile amare, o meglio trovare il vero amore che tutti bramano, spesso invano, accontentandosi solo di attimi di piacere. Nello stesso tempo dichiara che il desiderio sessuale è l’elemento base, rivelatore di un possibile amore che sta nascendo. Andato in scena in una carrozzeria di Calenzano adibita a spazio scenico, il “Girotondo” del giovane regista fiorentino Edoardo Zucchetti mostra l’immenso squallore del godimento fine a se stesso che lascia tutti emotivamente insoddisfatti e distaccati. Nel gioco vorticoso dello scambio, una sorta di staffetta in cui ogni amante lascia il posto a quello successivo per dieci scene consecutive, emerge un bisogno d’amore mai realizzato che si consuma solo nell’istante dell’amplesso, sottolineato scenicamente da piccoli tableaux, fotografie di un singolo momento di unione. La passione, poi, sfuma nella noia, nella freddezza, talvolta nel rifiuto.

┬®MarcoBorrelli_31052015_0760È nota la passione di Schnitzler per la psicanalisi che in quegli anni si stava affermando, tanto che i suoi personaggi potrebbero essere dei “casi clinici” caratterizzati da difficoltà relazionali, complessi edipici, sadismo, depravazione sessuale, regressione infantile e quant’altro. Di questo quadretto nevrotico e perverso fanno parte proprio tutti, di ogni età e classe sociale, dai bassifondi all’alta società, giovani e adulti, single o impegnati, ognuno con la sua modalità di corteggiamento che spesso si esprime nell’insistenza, fino a che l’altro non cede per sfinimento; il sesso può essere uno sfogo libidico, ma anche un modo per contrastare vissuti penosi, o un semplice gioco, un passatempo. Altro aspetto che colpisce nell’analisi di Schnitzler è l’attenzione posta alle tante combinazioni di ruoli che si determinano quasi naturalmente nella coppia e che possono anche invertirsi qualora il partner cambi. La conclusione del rapporto a due, però, cambia poco, varia dall’indifferenza alla delusione, dall’ipocrisia alla fuga.

┬®MarcoBorrelli_31052015_0762La messinscena di Zucchetti, semplice e minimalista, riflette le intenzioni dell’autore soffermandosi maggiormente sulla parola e su un’accurata costruzione dei personaggi, lavoro che quasi tutti i giovani attori portano a termine con buoni risultati. E se rispetto al passato oggi la variabile sessuale non disturba gli spettatori, resta un senso di amarezza nel constatare quanto il sesso senza amore, pratica ludica per alcuni, per altri possa rappresentare il solo modo per colmare certi vuoti.

Calenzano (FI) – CARROZZERIA VIA PIETRO ARETINO, 27 maggio 2015

Mariagiovanna Grifi

GIROTONDOAutore: Arthur Schnitzler; Regia: Edoardo Zucchetti; Tecnico: Alessandro Baldi; Progetto di: Teatro del Mantice; Interpreti: Sofia Busia, Archimede Pii, Cinzia Bagni, Davide Arena, Carolina Pezzini, Marco Gargiulo, Alessandra Panzone, Mirco Risaliti, Anastasia Ciullini, Marco Bartolini.

Foto: Marco Borrelli.

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