Il viaggio musicale di Gimbo

Come l’uomo della Luna è il titolo dell’ultimo album del cantautore romano Giampietro Pica, in arte Gimbo. Un concept album con una linea netta tracciata dal concetto del viaggio, dei sogni e delle speranze. Se si ascoltano i brani dall’inizio alla fine, si attraversano ballad, pezzi andanti dal gusto patchanka, reggae, folk e country. Tutti diversi, ma, appartenenti allo stesso percorso. Si parte dall’Europa fino ad arrivare in America Latina per poi tornare. Oggi ho avuto il piacere di intervistare Gimbo, per approfondire insieme le tematiche che stanno alla base della sua musica e del suo modo di essere.

Ciao Giampietro, chi è Gimbo?

Buonasera a tutti. Gimbo è quella parte di me che si è voluta mettere in gioco in prima persona. Non è stata una cosa facile, perché ho sempre suonato come chitarrista all’interno di collettivi e ho composto musica per altri artisti: parlare in prima persona è molto diverso. Gimbo – che poi è un soprannome che avevo da piccolo – ha assunto l’iniziativa di quest’avventura che rappresenta un nuovo “salto” nella musica.

La canzone che ascolti maggiormente quando sei triste e quella di quando sei allegro.

Ne esistono varie, perché ogni momento ed ogni periodo della mia vita ha la sua canzone. Ho pianto e sorriso con melodie che mi hanno affiancato in tanti episodi della mia vita, che poi ho lasciato andare. Quando le incontro, anche per caso, ci salutiamo e riproviamo quegli stati d’animo che io avevo accantonato, ma che loro conservano benissimo.

“Viaggiare significa scoprire che tutti hanno torto riguardo gli altri paesi” affermava Aldous Huxley. Cosa rappresenta per te il viaggio?

Il viaggio rappresenta uno slancio vitale, la voglia di mettersi in gioco, l’emozione di confrontarmi con qualcosa di sconosciuto, l’impegno di non dimenticarne la portata ed il valore. Il viaggio per me è cambiamento. Ogni volta che torno sono sempre diverso, per fortuna (n.d.r. sorride).

Come è nato il tuo ultimo album Come l’uomo della luna?

Dopo diverse esperienze e band alle quali ho proposto i miei testi e la mia musica, un giorno ho deciso che avrei realizzato un disco per accompagnare le persone durante un viaggio. Musica da ascolto, credo si dica. Poi, tornato io stesso da diversi viaggi ho fatto un disco per non dimenticarne le emozioni. Così ho composto “Come l’uomo della luna”.

Con quale grande cantante del passato che non c’è più ti piacerebbe virtualmente duettare?

Johnny Cash! Ho letto tanto su di lui e sulla sua vita. Sono letteralmente affascinato dal suo carisma. Per fare un esempio, c’è stato un periodo della mia vita in cui mi divertivo a stampare le copertine dei suoi dischi e ad incollarle sulla vecchia custodia rigida della mia chitarra: ogni copertina rappresentava uno stato d’animo.

Come i tuoi viaggi hanno influenzato il tuo sound?

Ho ascoltato, registrato e provato a capire tanta musica dei posti che ho visitato. Quando mi trovavo a Granada, per esempio, sono rimasto colpito dai gitani e dai loro spettacoli nelle piazze e nelle cuevas. Successivamente ho apprezzato i concerti di musica andalusì e tanto altro. “Musiche” che raccontano di viaggi e di popoli, sofferenze ed emancipazioni, contaminazioni e tradizioni. Alcune, per me, vere e proprie scoperte. Questa fascinazione la devo ai viaggi.

Il libro più bello o che ti ha cambiato la vita?

Robinson Crusoe. Magari a molti dirà poco o nulla, ma per me ha rappresentato una vera e propria scoperta.

Se il 2020 fosse una canzone per te sarebbe?

Bonny Light Horseman” di Bonny Light Horseman, mi ha accompagnato spesso nel corso dell’anno appena trascorso. C’è qualcosa di magico in quella melodia che mi prende e mi porta via.

 

“Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati” !

Gore Vidal

 

Valerio Molinaro

 

 

 

 

 

 

 

Share the Post:

Leggi anche