Francesco Petrillo, protagonista di “Occhi delinquenti”
“Ho viaggiato nel mondo di Passannante”

 

Allo Ztn (vico Bagnara 4, Napoli) sarà Giovanni Passannante, per la regia di Gennaro D’Alterio. La somiglianza con l’anarchico lucano é impressionante, ma non é solo per questo che Antonio Mocciola, l’autore del testo assieme ad Edgardo Bellini, lo ha fortemente voluto per la parte. In scena il 7 e l’8 maggio, “Occhi delinquenti” chiude la trilogia sui regicidi cominciata con Gaetano Bresci e proseguita con Pietro Acciarito. Ora tocca a lui, Francesco Petrillo.

Interpreti da protagonista un personaggio realmente esistito, e molto discusso, come Giovanni Passannante. In questi casi qual è l’approccio attoriale, secondo te, più giusto? E come ti sei relazionato al testo?   

L’approccio più giusto è quello di creare empatia subito con il personaggio ,cercare di capire subito il sentimento che anima il protagonista di questa vicenda. Io ho cercato di pormi quante più domande possibili sul personaggio e di studiare nel dettaglio la vita di Giovanni Passannante, la sua lingua  l’infanzia , la famiglia, le dicerie che venivano mosse sulla sua persona e sulla sua terra di origine.

Sei cilentano, e in qualche modo “parente” dell’anarchico lucano. Come ti sei immaginato le vostre terre, e le condizioni di vita, all’epoca dell’attentato?
Credo che le situazioni  del Cilento  all’epoca della attentato erano simili a quelle della Basilicata , erano paesi senza nessun tipo di collegamento,  senza servizi, dove si viveva solo di pesca e di agricoltura, dove il tasso di istruzione era bassissimo. In oltre c’è un piccolo particolare che mi ha incuriosito e che lega Passannante al mio Paese. Marina di Camerota è stata decretata paese a tutti gli effetti  nel 1848 da Ferdinando II Borbone, mentre Passannante è nato giusto un anno dopo nel 1849.
Ci sono state particolari difficoltà nell’interpretare il ruolo? Ha toccato delle corde inedite della tua anima attoriale?
La difficoltà più grande che ho riscontrato è quella di riuscire ad immaginare , anche solo per un istante, le torture che Passannante ha subito durante la sua detenzione e le pessime  condizioni di vita che hanno influito su di lui e sulla sua famiglia. Io sono molto legato alla mia famiglia ,alla mia terra ai miei amici , ho cercato di immaginare me senza nulla di tutto questo.
Da dove viene il tuo percorso artistico e, soprattutto, da dove riprende dopo questi durissimi anni di “fermo” forzato?
Ho iniziato a recitare al mio Paese , grazie alla compagnia dei TRIATISTI e poi mi sono formato artisticamente presso il Teatro ZTN di Napoli sotto la guida di Maurizio D. Capuano. Tra l’altro sia Giuseppe Brandi che Vincenzo Nigri, gli altri due attori in scena, hanno frequentato il corso con me allo ZTN . Dopo questi due anni di pandemia riprendo dal teatro, da dove avevo lasciato , dallo ZTN che ormai è diventata una casa per me
Volendo volare con la fantasia, e l’ambizione, da quale grande regista ti piacerebbe in futuro essere diretto?
Se proprio devo sognare in grande. Sono un appassionato del cinema americano, so che è impossibile, ma sarebbe bello prendere parte ad un film di Quentin Tarantino o di Guy Ritchie, anche solo  come comparsa .
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