L’amore per il cibo

Oggi ho avuto il grande piacere d’intervistare Francesca Moi. Francesca è di origini sarde, ma vive a Pisa. Ha una sorella gemella ed è salita alla ribalta per aver partecipato alla nona edizione di MasterChef Italia, ottenendo un’ottima settima posizione. Gareggiando nel più famoso cooking show d’Italia, è emerso tutto il suo amore per la cucina e la sua voglia di mettersi in gioco.

Buonasera Francesca, Anthelme Brillat-Savarin affermava: “La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella.” Cosa rappresenta per te la cucina?

La cucina rappresenta per me la forma d’amore primordiale: è un’arte che permette di rappresentare la mia persona e la mia essenza, più di quanto non riesca a fare uno specchio, perché fa emergere anche il mio lato interiore.

Come mai hai scelto di metterti in gioco e partecipare alla nona edizione di MASTERCHEF?

Ho preso questa decisione con la consapevolezza che a livello personale mi avrebbe aiutata a superare alcuni dei miei limiti, come la timidezza, che spesso diventava un ostacolo tra me e i miei obbiettivi.

I tuoi tre piatti preferiti e quelli che proprio non sopporti.

Ho tanti piatti che adoro, e posso dire onestamente di non detestare nulla in particolare. Amo il cibo e gli ingredienti in tutte le loro sfumature, però non apprezzo i piatti troppo artefatti.

La Francesca di oggi come è cambiata dopo l’esperienza di MASTERCHEF?

Come anticipato nella domanda precedente, l’esperienza di MasterChef mi ha sicuramente messa di fronte ai miei limiti e spronato a superarli. Mi sento una persona più sicura e più determinata a fare bene.

Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli sono veramente così severi?

Loro tre insieme in realtà sono un perfetto trio comico, ma, ovviamente, durante il lavoro tendono a essere più rigidi.

Con chi hai legato durante il programma, lontano dalle telecamere?

Con Giulia, Nicolò, Domenico, e Davide.

Quali sono gli ingredienti che utilizzi più spesso in cucina?

Non può mancare peperoncino e bottarga. Anche con una semplice confezione di pasta esce fuori un piatto di tutto rispetto.

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?

Senza dubbio Cosa sarà di Lucio Dalla.

Quale momento di MASTERCHEF ricordi con piacere?

Uno dei momenti più appaganti è stato sicuramente il giudizio dello chef Locatelli ad una replica di un suo piatto stellato: ha detto che la mia preparazione era addirittura migliore rispetto alla sua. Incredibile!

Ci racconti il tuo menù ideale?

Presto potrete scoprirlo nel mio ristorante sulle colline pisane a Crespina. Cucina stagionale, locale e semplice ma allo stesso tempo accattivante.

Come ti vedi tra una decina di anni?

Spero di dirigere in modo impeccabile il mio ristorante, rispettando tutti i miei ideali. Continuerò a studiare e a mettermi alla prova, in modo da superare le mie aspettative e quelle dei miei commensali. Farò del mio meglio per riuscirci.

 

Mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un’arte.

François de La Rochefoucauld

 

Valerio Molinaro

 

 

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