Francesca Michielin conclude a Napoli il suo tour teatrale e ci ricorda che è l’umanità che fa la differenza

Al Teatro Bellini di Napoli si conclude il tour teatrale Bonsoir! Michielin10 di Francesca Michielin, il tour che ha portato la cantautrice e polistrumentista veneta, sulla cresta dell’onda da più di dieci anni, a esibirsi in soli due mesi su sedici prestigiosi palchi italiani a partire dal Teatro Remondini di Bassano del Grappa, sua città natale.

Proprio dal palco del Teatro Bellini di Napoli, città che la cantautrice ha spiegato essere molto importante per la sua carriera artistica poiché proprio a Napoli avrebbe composto alcuni successi tra cui Vulcano e la stessa Bonsoir, la Michielin ha annunciato il prossimo attesissimo tour estivo che accompagnerà l’uscita del quarto album, Cani sciolti, di cui ha cantato alcuni brani, tra cui Bosco e Quello che ancora non c’è.

Prima di cantare questi due brani, la cui uscita è molto recente, la Michielin ha voluto spiegarne al pubblico la genesi e il significato. Bosco nasce dall’idea che è necessario, per tutti noi, in una società che va così veloce, recuperare degli spazi “personali”, spazi in cui non fare nulla di produttivo ma in cui stare solo a contatto con noi stessi, leggendo un libro, un manga di quando eravamo bambini o ascoltando un vecchio disco, spazi in cui prendere le distanze dalla quotidiana pressione performativa, per fermarci, farci una coccola o farcela fare da qualcun altro.

Quello che ancora non c’è, invece, è stata scritta a soli ventuno anni sulla scia di quella sensazione di inadeguatezza che, soprattutto da giovani, ci porta a credere che non siamo mai “abbastanza”, nonostante tutti gli sforzi. Questo senso di inadeguatezza genera disagio e – dice la Michielin – tutte e tutti l’abbiamo percepito almeno una volta nella vita, però oltre ad essere fonte di disagio questa sensazione può rivelarsi anche una “benedizione” perché ci fa capire che siamo fragili e che ammettere la propria fragilità è sintomo di grande forza.

Il comun denominatore dei brani della Michielin, insomma, è ancora una volta l’umanità, il sentimento di comprensione ed empatia verso gli altri esseri umani e, del resto, durante il concerto, mentre canta il brano Bolivia, alle spalle dell’artista appare proprio la frase È l’umanità che fa la differenza.

In scaletta, l’artista ha inserito i brani più rappresentativi della sua carriera, iniziata nel 2011 con la vittoria della quinta edizione di X Factor, nella squadra capitanata da Simona Ventura, da Occhi grandi grandi con cui ha aperto lo show a Cheyenne, da Chiamami per nome a L’amore esiste, passando per Battito di ciglia, Io non abito al mare e Nessun grado di separazione con cui ha concluso l’esibizione prima dei bis, durante il quale ha proposto anche una cover di All to well di Taylor Swift.

Infine, la Michielin, da sempre solidale con le rivendicazioni dei diritti di chi se li vede ingiustamente negati, prima di cantare il brano Padova può ucciderti più di Milano, ha voluto spiegarne il significato, chiarendo che spesso la vita di provincia è contraddistinta da atteggiamenti bigotti e ha ribadito – tra gli applausi dei fan – che è naturale tutto ciò che una persona sente di essere e bisogna stare attenti a non alzare muri nella nostra testa perché la diversità è sempre una ricchezza per tutti.

Teatro Bellini, Napoli, 22.04.2023

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