Familie Flöz e il loro “Hotel Paradiso” a quattro stelle colpiscono ancora: sold out e standing ovation meritati

Dopo i successi di “Infinita” e “Garage d’Or” la Famiglia più strampalata d’Europa ritorna al Teatro Verdi per l’unica anteprima toscana di questa stagione.

Un noir delicato dal retrogusto sottile ed elaborato quello proposto nell’ultimo lavoro teatrale della Familie Flöz, dal titolo “Hotel Paradiso”, che l’ha vista calcare le scene del Teatro Verdi su una curiosa parapettata allestita ad hoc: una piccola residenza montanara, tra le Alpi innevate, si prospetta al pubblico che attende. Si rivela essere una stramba dimora locale a conduzione familiare, gestita da un’anziana padrona di casa dispotica e fin troppo esigente. Quattro stelle luminose sovrastano trionfalmente l’entrata principale che sembra nascondere un magico rifugio, custode segreto di una sorgente con poteri prodigiosi, capace di risanare morbi fisici e psichici. Ma “la scorciatoia per il paradiso passa per l’inferno!”, nuvoloni minacciosi si scorgono tra le vette, ed è solo l’inizio di una vorticosa avventura.

Quella della Familie Flöz è una tradizione che si conserva da più di vent’anni ormai e che comprende più stili ed espressioni artistici quali la commedia dell’arte, la clownerie e la pantomima. Una compagnia che oggi conta più di 30 membri e, viaggiando per il mondo, ha assistito all’aumento di un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, pronto ad acclamarla ed accoglierla al suo fatidico arrivo. Un cosmo parallelo quello dei Flöz, unico nel suo genere, geniale nella sua natura e maniacale comicità. Sul palco delle insolite figure si snodano silenziose, bislacche maschere vive, visi eclettici e raffinatamente espressivi pronti ad accogliere lo spettatore che viene catapultato nel loro mondo straordinario, “venuto alla luce dal ventre buio della terra attraverso un profondo pozzo”. E’ questa la metafora che contraddistingue la grande Famiglia berlinese, scelta nel 1996 da tutta la troupe per differenziarsi nelle scene plateali internazionali. Anni di duro lavoro e fatica che son valsi per portarli dove sono arrivati, con ben 34 nazioni che hanno potuto applaudire le loro umoristiche esibizioni. Emerge chiaramente come il loro sia un gioco di squadra, un sudato programma collettivo che si sviluppa secondo un processo ben articolato e studiato, riscoprendo un nuovo modo di fare spettacolo, che si ispira alle tradizioni passate ma propone tratti innovativi, come il teatro di figura, la danza e le acrobazie, ma anche quel tocco di prodigiosa fantasia e buffa improvvisazione. Un codice corporeo moderno che appare del tutto non prestabilito, che ricorre a espedienti “antelinguistici” servendosi di maschere e camuffamenti per raccontare la parte più misteriosa di noi umane creature. Perché con il corpo non si può tacere, al contrario si comunica senza interruzioni e non c’è lembo di carne di noi che non trasmetta un qualche messaggio. Ecco che le maschere indossate non assumono solo una forma, ma anche una sostanza, un ruolo chiave, una volta infilate si fondono con la recitazione, fino a confondersi simbioticamente con l’attore come ultimo traguardo.

Firenze – TEATRO VERDI, 28 febbraio 2015.

Mara Marchi

HOTEL PARADISO, FAMILIE FLÖZRegia: Michael Vogel; Direttore di produzione: Gianni Bettucci; Interpreti: Anna Kistel, Marina Rodriguez Llorente, Sebastian Kautz, Daniel Matheus, Frederik Rohn, Nicolas Witte, Thomas Rascher; Maschere: Hajo Schüler, Thomas Rascher; Scenografia: Michael Ottopal: Costumi: Eliseu R. Weide; Musiche: Dirk Schröder; Disegno Luci: Reinhard Hubert.

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