“Exit”, il frizzante gioco di coppia di Paravidino

EXIT_0268_S. Bertelà_D. Lorino_medium_foto Mario D'AngeloLe situazioni di lui e lei. Una storia che viene narrata da secoli e secoli e si adatta sempre ai contesti temporali degli anni che passano. Ma la narrazione può diventare originale e briosa se a scrivere il testo e a curare la regia teatrale di uno spettacolo che parla di un uomo ed una donna è Fausto Paravidino.

La vicenda raccontata e rappresentata viene tutto sommato colta da qualche deja vu di troppo, volutamente, perchè comune a mille altre storie che spesso sentiamo chiacchierando con i nostri cari, ma in “Exit” sono vivaci e frizzanti la regia e il metodo con il quale il tutto viene offerto al pubblico.

Nessuno ha un nome, perchè chiunque si è trovato o potrebbe stare al posto degli attori e la storia potrebbe essere esattamente quella che già conosciamo, che si sta vivendo o che ci interesserà domani, in prima o in terza persona: un lui e una lei, un matrimonio che si basa su classici clichè ma che dopo qualche anno tende a scricchiolare, vuoi per dei figli che non ci sono, vuoi per le differenze caratteriali che inevitabilmente fanno capolino. E allora perchè continuare e farsi del male e non decidere di prendere altre strade, per quanto sofferenti?

E’ proprio questa la decisione presa dai protagonisti dello spettacolo, che vanno quindi a cozzare con altri due personaggi, tessendo nuove trame e nuovi rapporti interpersonali, tra una relazione che non si riesce a dimenticare, ma tanta voglia di rituffarsi nel mondo e riscoprire sentimenti ed emozioni purtroppo sopiti dalla stanchezza e dalla routine.

Frenetica e altamente cinematografica la prima parte di “Exit”, in cui è in special modo la narrazione diretta verso il pubblico a rendere originale il fluire della storia, tanto da far trasformare quasi lo spettatore in un lettore del pensiero riguardo le azioni e le idee dei personaggi, così come dinamica è la regia che presenta numerose scene brevissime che riescono a racchiudere gli anni di matrimonio della coppia protagonista in pochi vivissimi minuti.

Già di diverso respiro la seconda parte, con dei “piani sequenza” dal respiro più profondo, biforcando il tutto in un bivio che porterà lo spettatore a conoscere la vita post-matrimoniale dei due membri della coppia poco ideale. Decisamente scarno l’allestimento scenico ma altrettanto funzionale: quattro insegne luminose e pochissimi oggetti scenici riescono a trasformare in un baleno l’interno di un appartamento borghese in un ristorante cinese, una gelateria in una pizzeria, una casa da coppia sposata frammentata dal monolocale di una giovane donna.

Effervescente la recitazione dei quattro attori in scena, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Davide Lorino e Iris Fusetti, capaci di passare all’interazione con i propri comprimari all’espressione di quesiti esistenziali direttamente con il pubblico in un batter d’occhio, senza perdere la concentrazione e senza abbassare mai di un millimetro la linea di interesse e divertimento nei confronti dello spettacolo.

Ottimo lavoro quello di Paravidino che è riuscito a confezionare uno spettacolo nuovo e fresco da una storia che nasce letteralmente dalla vita di tutti i giorni.

Gaetano Cutri

Napoli – Teatro Bellini 1 aprile 2014

 

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