Ettore Scola, ci lascia uno degli ultimi Maestri del nostro cinema

Muore ad 84 anni uno dei più grandi poeti del cinema italiano. Ettore Scola

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“La terrazza”

A descrivere la sua carriera cinematografica non servono a molto gli innumerevoli premi che la hanno costellata Tra i più importanti quelli a Cannes per la regia di “Brutti, sporchi e cattivi” e la sceneggiatura de “La terrazza” Orso d’oro a Berlino per la regia di “Ballando Ballando” .

"C'eravamo tanto amati"
“C’eravamo tanto amati”

Cèsar film straniero a “C’eravamo tanto amati” e “Una giornata particolare” e ancora per la regia di “Ballando ballando” Tanti i David di Donatello tra cui le regie di “Una giornata particolare”, “Ballando ballando” e “La famiglia” (gli ultimi due anche miglior film) e i Nastri d’argento soprattutto alle sceneggiature di “Io la conoscevo bene” diretto da Pietrangeli, “C’eravamo tanto amati”, “Una giornata particolare”,

"Una Giornata Particolare"
“Una Giornata Particolare”

“La terrazza”, “La famiglia” Nel 1975 con “C’eravamo tanto amati” vinse il golden prize a Mosca ex-aequo con Akira Kurosawa e Andrzej Wajda Ma Scola è stato soprattutto un maestro nell’arte di raccontare l’essere umano e la storia dell’Italia, politica e sociale, attraverso l’anima più profonda dei personaggi a cui dava vita. Uomo profondamente intelligente, sensibile e impegnato è stato uno dei maggiori narratori del suo tempo. Inizia la sua carriera nel cinema da sceneggiatore con titoli come “Un americano a Roma”, “Il conte Max”, “Adua e le compagne” ma soprattutto “il sorpasso” di Dino Risi. Il suo esordio alla regia è nel 1964 con “Se permettete parliamo di donne” seguito da una serie di commedie “La congiuntura” e “L’arcidiavolo” con Gassman, “Riusciranno i nostri eroi…” con Sordi (primo grande successo di pubblico) e “Il commissario Pepe” con Tognazzi. Nel 1970 “Dramma della gelosia”

"Dramma della gelosia"
“Dramma della gelosia”

è il suo primo capolavoro con il trio Mastroianni, Vitti, Giannini che frutta a Marcello il premio come migliore attore a Cannes ma in particolare colpisce il meraviglioso e controverso personaggio di Monica Vitti disinibita e divisa tra l’amore per due uomini. dopo “Permette Rocco Papaleo” con Mastroianni e un documentario sul Festival dell’Unità 1972, gira il suo secondo capolavoro “C’eravamo tanto amati” con Gassman, Manfredi e Stefania Sandrelli. E’ il 1974 e il film riscuote grande successo di critica e pubblico. Frutto del suo continuo impegno politico e sociale è, in quegli anni, il Carosello per la campagna referendaria sul divorzio girato con Manfredi Nel 1976

"Brutti sporchi e cattivi"
“Brutti sporchi e cattivi”

un nuovo grande film “Brutti sporchi e cattivi” che tratteggia impietosamente, ma con profonda umanità, la periferia romana degli anno ’70 Il film vale a Scola il suo primo trionfo a Cannes Un film a episodi “Signore e signori buonanotte” e poi, nel 1977, uno dei suoi capolavori più belli e più amati. “Una giornata particolare” con una Loren, casalinga svilita, assolutamente inedita e intensa (Scola è stato l’unico regista a far toccare a Sofia i vertici interpretativi a cui la portava De Sica) e un Mastroianni da brividi nei panni di un omosessuale deportato dai fascisti. Un film dalla sceneggiatura perfetta, incredibilmente coraggioso nel trattare la fino ad allora troppo taciuta crudeltà del fascismo verso gli omosessuali. Il film è un successo strepitoso. Vince il Golden Globe come migliore film straniero ricevendo due candidature all’Oscar per film straniero e la magistrale prova di Mastroianni mentre la Loren conquista David, Nastro e Golden Globe Italiano (quest’ultimo insieme a Marcello) Dopo un episodio de “I nuovi mostri” gira nel 1980 “La terrazza” amara e lucida riflessione sul declino del comunismo e dei suoi rappresentanti intellettuali. Nel 1982 il delicato “Il mondo nuovo” con Mastroianni ai tempi della rivoluzione francese è indicato tra i migliori film stranieri dal National Board of review Nel 1983 con “Ballando ballando”, cinquant’anni di storia francese raccontanti in una sala da ballo, raggiunge vertici poetici e artistici altissimi. Il film, una vera e propria scommessa, verrà anche nominato all’Oscar come migliore film straniero per l’Algeria Nel 1984 è tra i registi che firma il documentario “L’addio a Enrico Berlinguer” e nel 1985 “Maccheroni” in cui si incontrano Marcello Mastroianni e Jack Lemmon. E’ del 1987 un altro dei suoi capolavori più amati e di

"La famiglia"
“La famiglia”

maggiore successo di pubblico e critica “La famiglia” Un affresco umano e storico indimenticabile con un coro di attori in stato di grazia (riconoscimenti a Gassman, Fanny Ardant, Ottavia Piccolo, Carlo e Massimo Dapporto, Stefania Sandrelli). Premiato come film, regia e sceneggiatura ai David e ai Nastri riceve una nomination all’Oscar come film straniero (per Scola è la terza volta) Tra il 1989 e il 1990 gira ben tre film con Massimo Troisi. L’incontro

Scola con Troisi e Mastroianni
Scola con Troisi e Mastroianni

tra questi due poeti del cinema non partorisce capolavori ma tre film di incredibile delicatezza e sensibilità. “Spelndor” e “Che ora è” con Mastroianni (premiato insieme a Troisi con la Coppa Volpi a Venezia) e “Il viaggio di Capitan Fracassa” Negli anni ’90 dirada la sua attività e sono da ricordare “Romanzo di un giovane povero” (1995) con Sordi e “La cena” (1998) nuovo film corale. Dopo “Concorrenza sleale” è uno dei registi che firma il documentario “Lettere dalla Palestina” Il suo ultimo lavoro, nel 2013, è “Che strano chiamarsi Federico” ritratto visionario e poetico di Federico Fellini Indubbiamente Ettore Scola è stato tra i registi più impegnati e più sensibili della storia del cinema italiano. Il suo impegno politico, espresso con incredibile lucidità, sagacia e spirito critico ha lasciato il posto, negli anni, a una maggiore attenzione verso l’animo umano e le sue fragilità. Ad una malinconia e una poesia che si riversa, teneramente, anche sui primi sferzanti film di militanza politica. Alcuni suoi film restano dei capolavori assoluti e indimenticabili che ci hanno fatto profondamente emozionare e riflettere, specchi, molto spesso, di ciò che volevamo o non volevamo vedere di noi stessi. e non possiamo che dirgli, semplicemente, grazie.

Giuseppe Bucci

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