“Era la nostra casa”: la rilettura di Nicola Zavagli alle diatribe familiari

Al Teatro di Rifredi una commedia dal sapore amaro sul difficile incastro dei legami affettivi.

Dopo i lavori degli ultimi anni della Trilogia della Famiglia, Nicola Zavagli ci riprova con una nuova pièce dai toni aspri e sarcastici portata al Teatro di Rifredi di Firenze. In scena, nella loro abitazione agreste, una coppia sposata da decenni, ormai giunta alla mezza età, in bilico tra aspirazioni deluse e vecchi dissapori lasciati in sospeso. Un gioco sentimentale, tortuoso e querulo, che ben presto viene svelato da litigi coniugali carichi di risentimento e esami di coscienza beffardi che sfiorano i più comuni conflitti relazionali. Sul palco un bravissimo Marco Natalucci, protagonista insieme a Beatrice Visibelli di questa storia dalle tinte un po’ spente, accompagnati da una timida Valentina Cappelletti.

Il sipario si apre con il rumore scrosciante di una pioggia fitta che non vuole cessare e che con il suo flusso sembra investire i due attori: due coniugi molto diversi che si sono tanto amati, ma anche tanto odiati senza comunicarselo, investendo le loro energie chi più nel lavoro, chi più nella famiglia. Il tempo passa veloce trascinando con sé la loro unica figlia, ormai maggiorenne e intenta a prendere il volo nelle lontane terre canadesi, una mossa saggia che riporta i due genitori a ristabilire i ruoli familiari ormai persi. Un’altalena di ricordi che riaffiorano come spugne intrusive e portatrici di malinconia nella loro dimora bucolica, che funge da portagioie idilliaco di tutti i momenti più felici vissuti insieme, ormai troppo lontani. Da una parte un uomo deluso dalla vita, ferito nell’orgoglio che narcisisticamente si prende le sue inappagate rivincite, dall’altra una moglie crocerossina che si è sempre spesa per il suo fronte domestico, sacrificando i suoi sogni e le sue dolci speranze di donna da amare e proteggere. A distanza di anni trascorsi a far finta di nulla i nodi vengono al pettine, e ci si ritrova improvvisamente intrappolati senza più spiragli di cambiamento a cui appigliarsi per seguitare a negare l’inesprimibile. La loro vita vissuta come “un rimandare” irrinunciabile, ‹‹anni sul filo dello strapiombo a fingere la felicità››, diventa nell’immediato un conto da pagare con un destino dispettoso e irriverente che li attende al varco, ‹‹tutto gira, gira, e non si ferma mai››.

Un’interpretazione che ha visto schierati due partner molto differenti anche sulle scene: intenso e incisivo Natalucci, più impostata e monocorde la Visibelli. Nel complesso uno spettacolo che sicuramente invita alla riflessione per la varietà, anche troppo estesa, di temi attuali trattati, come la decadenza lavorativa, l’amore infedele e l’alternarsi inarrestabile dei cicli di vita. Rimane quell’incertezza di aver assistito ad una rappresentazione un po’ piatta e insipida, dove seppur si assiste a momenti di spessore emotivo, l’intensità tarda ad arrivare.

Firenze – TEATRO DI RIFREDI, 20 febbraio 2015.

Mara Marchi

ERA LA NOSTRA CASARegia: Nicola Zavagli; Assistente alla regia: Irene Floridi; Scene e luci: Nicolò Ghio; Costumi: Cristian Garbo; Interpreti: Marco Natalucci, Beatrice Visibelli, Valentina Cappelletti.

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