“Edipo re” è una lenta vivisezione del concetto di potere

Con la tragedia sofoclea nella potente rilettura di Archivio Zeta si è conclusa la stagione 2015/2016 del Teatro Cantiere Florida.

La stagione 2015/2016 del Teatro Cantiere Florida di Firenze si è conclusa al meglio grazie alla compagnia Archivio Zeta, recentemente tornata nel capoluogo toscano dopo una lunga assenza. Per l’occasione Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni hanno proposto “L’uomo e le cose”, ispirato ai racconti di Goffredo Parise (27 aprile, Limonaia di Villa Strozzi), e l’“Edipo re” di Sofocle (29-30 aprile, Cantiere Florida). Un “Dittico sull’essere umano” per riflettere sul concetto di potere nelle sue più ampie sfumature.

edipo-re-2016-11La rilettura dell’opera greca si è infatti allontanata non solo da quella lunga tradizione che, da Aristotele in poi, ha visto nell’“Edipo re” la tragedia perfetta, grazie ai suoi impeccabili meccanismi drammaturgici; ma anche dalle più intimistiche interpretazioni novecentesche, troppo spesso influenzate dalle teorie psicanalitiche di Freud. I due attori-registi, in linea con quella che è la vocazione di Archivio Zeta, hanno lentamente, crudelmente, vivisezionato il mito alla ricerca di risposte che aiutino a meglio capire i meccanismi del potere.  La storia di Edipo si è plasmata, nelle loro abili mani, in quella di un re democratico che resta tale fino a che ignora i propri legami con la famiglia regnante di Tebe. Nel momento in cui le sue origini regali vengono svelate e con loro, il suo diritto di successione, si scoprono anche i suoi delitti, ed egli si trasforma in un re assoluto, in un tiranno.

edipo-re-2016-57L’Edipo di Guidotti interroga ansiosamente i personaggi che lo circondano e, nel farlo, interroga sé stesso, in un crescendo di consapevolezza che lo porterà alla rovina. Nervosamente, cammina su una passerella che si biforca, ricordando quell’incrocio a tre vie in cui è avvenuto l’omicidio di Laio. Un bivio che è reale e metaforico perché nell’attimo della scelta, per quanto immediata e inconsapevole, seppur inevitabile, è racchiuso tutto il dramma di Edipo. Al centro, sospesa, una sedia, simbolo di potere e cuore della riflessione. Il linguaggio è lento, le parole, moltiplicate e amplificate dalla musica, ripercorrono episodi ben noti agli spettatori, ma nei giochi linguistici, nell’incontro e nello scontro dei significati, nel modo stesso in cui vengono pronunciate, lasciano emergere il loro primordiale significato. La materia tragica esplode dall’interno, si contorce dolorosamente nel tentativo di far scoprire il suo senso più profondo. Che resta comunque non pienamente svelato. Un dubbio che permane nella parte più recondita della nostra mente e che ci costringe a interrogarci, ancora e nuovamente.

Firenze – TEATRO CANTIERE FLORIDA, 30 aprile 2016

Lorena Vallieri

EDIPO RE – Archivio Zeta

Autore: Sofocle; traduzione: Federico Condello; diretto e interpretato da: Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti; musica: Patrizio Barontini; luci: Antonio Rinaldi; tecnico: Andrea Sangiovanni; suono: Tempo Reale; coordinamento organizzativo: Luisa Costa; cura: Rossella Menna; foto di scena: Franco Guardascione.

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