Don Felice Sciosciammocca torna in scena e sale sul TRAM

Don Felice Sciosciammocca torna in scena e sale sul TRAM

Ma anche Donna Peppa, la giovane innamorata, Pulcinella, tutti convenuti all’appuntamento di fine e inizio anno al TRAM. Drammaturgicamente si tratta del primo incontro in scena tra la maschera che ha reso grande più di tutti Antonio Petito e quella, nuda ma altamente caratterizzata di Sciosciammocca, che di lì a poco, farà la fortuna di Scarpetta e di tutta la sua dinastia.

Un incontro al vertice

Un incontro al vertice tra pesi massimi, dunque. Una sfida a colpi di frizzi, caratterizzazioni marcate – che non scadono mai nello stucchevole – quasi coreografie che rendono fluida e godibile l’intelligente riduzione adattamento e regia di Roberto Capasso. Lo spettacolo si apre con un meccanismo a carillon che attiva personaggi impolverati e sveglia larve imbozzolate di personaggi. Prendono vita – è il caso di dirlo – quasi per la prima volta, Pulcinella decano cui è rivolta ogni deferenza e il “piccolo”  Sciosciammocca cui sono dovute le cure al primo nato. Le due maschere si annusano, si riconoscono istintivamente. Si evitano e si azzuffano.

La zuffa

La zuffa tra i due è proprio il contesto e il pretesto dello spettacolo. Le divergenze tra i due vengono domate, neanche a dirlo, da Donna Peppa, direttrice del famoso teatro. Quasi felliniana la scelta interpretativa in questi panni di Valentina Martiniello, costantemente alla prova in efficaci virtuosismi mimico-espressivi. La storia è tra le più semplici, e per questo mette in luce la bravura degli interpreti. Pulcinella, nella interpretazione rispettosa di Nello Provenzano, è di professione ciabattino (“scarparo” a dir il vero). Povero fino alla miseria e padre di due figli: un lattante di un anno e una ragazza in età da marito. Le grazie di quest’ultima attirano le attenzioni di Felice interpretato dallo stesso Capasso. La ragazza, interpretata da Miriam Della Corte brava a dare carattere tridimensionale e indelebile al personaggio dell’innamorata, dovrà sfuggire ai divieti del padre. Ed ecco che gli ingredienti sono pronti all’innesco della macchina comica. I due innamorati sono colti in flagranza da Pulcinella, la culla del lattante è vuota…

La macchina comica

La macchina comica di Petito è sempre semplice e geniale, quasi elementare nei suoi tratti. Bastano pochi elementi per avere la ricetta servita. Cionondimeno non sono sufficienti. E’ necessaria una dose di sapienza scenica nel dosare, ricalibrare, tradurre per il pubblico moderno. E’ indispensabile una vis comica a reggere personaggi antichi, fatti di materiali resistenti all’usura, come si faceva una volta, ma per questo pesanti e pericolosi da maneggiare. Questa è stata la scommessa di Roberto Capasso e la sua troupe, ed è bello poter consegnare in braccio al nuovo anno uno spettacolo da non perdere.

 

Antonio Gargiulo

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