“Come ne venimmo fuori, (proiezioni dal futuro)” di e con Sabina Guzzanti

All’Obihall di Firenze la produzione del pensare con colei che prima riflette.

Che cos’è che rende una storia interessante e plausibile, convincente ed esteticamente valida? Chi è capace di fornire una trama, uno stile e degli spunti? A differenza di molti grandi romanzieri che facevano lavorare altri sul grosso delle vicende da loro raccontare, ‘SabnaQƒ2’ alias Sabina Guzzanti, si rivela degna drammaturga ed interprete raffinata del suo ultimo lavoro “Come ne venimmo fuori”, in scena al Teatro Obihall per la regia di Giorgio Gallione. Un’ambientazione avveniristica accoglie il pubblico in sala, in un futuro narrato come “armonico e civile, dove il denaro è tornato ad essere semplicemente un mezzo”. Annunciatrice di queste beate sorti una donna traballante ed eccitata, incaricata di pronunciare il famigerato discorso celebrativo che sancisce la fine del secolo più cupo che l’uomo abbia mai affrontato: quel lasso di tempo tra il 1990 e il 2041, passato alla storia come ‘il secolo di merda’. Proprio per ricordare e non correre il rischio di dimenticare gli spiacevoli eventi che hanno caratterizzato quell’era oscura, i festeggiamenti vengono riproposti con cadenza annuale, quasi a voler esorcizzare fatalità avverse. “Non aprite più quella porta” è la nuova massima da seguire, che non solo consente di tenere lontana tutta l’ignoranza, le ore passate a rimbeccarsi su facebook e a vedere programmi decadenti, ma anche un’abietta trasformazione in “emeriti imbecilli”.

Un vaso di Pandora che si riapre grazie all’accurata ricerca di SabnaQƒ2, che non si è limitata ad esaminare vizi e costumi della televisione dell’epoca, le convinzioni economiche e politiche, i passaggi storici cruciali e le sue leadership, ma ha saputo curare con grandi doti di prestigiosa affabulatrice tutti i dettagli della sua satira in esecuzione. Una sottile ricostruzione del climax di allora e dei personaggi caricaturali che l’hanno sfortunatamente animata, senza mai perdere di stile, ma arricchendo le sue cronache di dignità e struttura narrativa. Un lavoro che assume presto le sembianze di ‘Conferenza Spettacolo’, dove la Guzzanti si dimena senza sosta ad interpretare un’intera galleria di personaggi contemporanei nelle rispettive realtà politiche e sociali, riavvolgendo più volte la sua fabula su se stessa con l’uso di flashback originali ed intrecci incisivi. Certo non si tratta di affrontare semplici questioni, i temi proposti rivelano subito la loro complessa ed amara natura su cui almeno per una sera vale la pena riflettere, se non altro per saperne di più. Per quanto non facile confrontarsi e ricordare “certi tempi”, alcune paure è meglio affrontarle subito, perlomeno per non incorrere nella trappola che possano non finire mai.

Firenze – OBIHALL, 1 aprile 2016.

Mara Marchi

COME NE VENIMMO FUORI (Proiezioni dal Futuro) Regia: Giorgio Gallione; Sceneggiatura: Sabina Guzzanti; Musiche: Paolo Silvestri; Scenografia: Guido Fiorato; Interpreti: Sabina Guzzanti.

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