“Colpo di grazia – Pietro Acciarito, anarchico d’amore”
Una storia sepolta dal tempo torna alla luce

“Colpo di grazia” è la storia di Pietro Acciarito

Il regicidio rappresenta l’argomento scelto da Mocciola per la sua trilogia teatrale.

Siamo nella fine dell’Ottocento, un periodo storico molto particolare in cui Re Umberto e consorte regnavano sull’Italia.

Molti i servi di questo monarca, fieri di sottostare ai suoi servigi e lodarlo, beandosi nell’ignoranza che opprimeva le loro menti.

Non tutti la pensano in questo modo: alcuni fieri e valorosi anarchici vedono al di là del proprio naso e cercano di uscire dal tunnel.

E’ il caso di Pietro Acciarito, personaggio realmente esistito che diventa protagonista dello spettacolo teatrale “Colpo di Grazia”, andato in scena allo Scugnizzart di Napoli.

Il giovane uomo è figlio di Camillo, un uomo che non sa leggere né scrivere, portiere di palazzo e completamente piegato ai voleri del re.

Il contrasto tra i due non è solo generazionale, ma insito nella mente e nell’anima: la vecchia guardia che non si muove dalla propria posizione e la nuova leva che invece mira ad altro.

La vera storia di Pietro Acciarito è alla base di questo spettacolo, scritto da Antonio Mocciola e andato in scena presso lo Scugnizzart di Napoli.

Il ragazzo si macchia di un tentato omicidio proprio nei confronti del re e della regina Margherita, ma viene arrestato e condannato all’ergastolo per il suo gesto.

“Colpo di Grazia” si divide in due parti: una scena famigliare che mette in luce i netti contrasti tra parte e figlio, virando tra mentalità diverse nel sociale e beghe nel privato.

La seconda parte mette in luce i biechi giochi che saranno sfruttati per convincere Pietro a fare i nomi dei suoi collaboratori.

In scena Giuseppe Brandi, nei panni di Pietro Acciarito. Fiero nel suo comportamento, l’attore mette pienamente in luce con bravura il carattere deciso del protagonista, sfoggiando anche una scena di nudo integrale di certo non facile da sostenere.

Nei panni del padre del ragazzo c’è Vincenzo Merolla, rodato attore anche di cinema che pone sotto i riflettori il servilismo verso il re, di buona parte della popolazione.

Presenza eterea quella di Francesca Davide, nei panni di una donna molto vicina al cuore di Pietro, evocata quasi come un fantasma ed un ricordo.

La regia di Gennaro D’Alterio è molto semplice ma efficace, capace di sfruttare i pochissimi oggetti scenici ed un semplice occhio di bue colorato per i cambi di scena.

Il testo di Mocciola mette perfettamente in evidenza i contrasti sociali dell’epoca, intrecciandosi anche con una forte interazione di famiglia tra i due protagonisti.

Il contrasto intergenerazionale risulta perfettamente analizzato sotto molti aspetti, con battute ben enfatizzate dagli attori in scena.

“Colpo di Grazia” è il secondo capitolo di una trilogia teatrale che si concluderà a maggio con un nuovo spettacolo dedicato a Giovanni Passannante, che sarà interpretato da Francesco Petrillo.

Gaetano Cutri

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