“Cirino e Marilda non si può fare”, il racconto emozionale di Anna Marchesini

Al Teatro della Pergola il ritorno tanto atteso dell’attrice orvietana.

L’attesa che diventa ritorno quello dell’attrice Anna Marchesini, sul palcoscenico del Teatro della Pergola dal 15 al 24 marzo con lo spettacolo “Cirino e Marilda non si può fare”. Dopo undici anni di assenza che l’ha vista sullo stesso proscenio con una sua personale elaborazione de “La cerimonia del massaggio” di Alan Bennett, l’attrice romana di adozione, unica nei suoi virtuosismi eclettici, si cimenta stavolta con una messinscena creativa e sottile, dai personaggi bizzarri e graffianti. Un racconto che riesce a mostrare una storia dentro lo spazio teatrale a cui era rivolta. Protagonista solitario è un certo Professor Cirino Pascarella, single quarantenne alle prese con Mamma Olimpia, disposta a tutto per accasarlo con sua figlia Marilda. Due soggetti in contrasto, due voci che si incrociano soltanto fuori e dentro la porta della ‘stanza 12’, una barriera simbolica che separa il cosmo buio e tormentato del professore, da quello insistente e vizioso della tenutaria Olimpia, padrona della Pensione Smeraldo dove il Sig. Cirino vive.

Accompagnata dalla musica dal vivo del trio AIRE DE MAR, con Martin Diaz alla chitarra, Marco Collazzoni al sax e flauto, Saverio Federici alle percussioni, Anna Marchesini conferma le sue grandi qualità di affabulatrice. La sua marcia alterna la narrazione all’invenzione interpretativa, un monologo candidato a trasportare il suo pubblico su un palcoscenico discinto e senza troppi supporti tecnici, dove i veri assi nella manica sono il corpo, i movimenti e la voce. Come spesso da lei dichiarato non è la prima volta ad interpretare tutti i personaggi delle sue storie, «Io sono nata plurale… non ho più bisogno di cambiarmi d’abito, mi sono moltiplicata». Questo suo lavoro traspare subito come un reading procelloso da lei ideato: un copione che avanza per essere rappresentato, con scansioni vocali cicliche e cadenzate degne del suo talento poliedrico, sempre intervallate da entrate ed uscite calzanti a pennello, tipiche del suo stile esilarante che da sempre sa cucirsi indosso.

A perdurare di continuo nel racconto della Marchesini è una sorta di risonanza irrisolta, una scia immaginaria e inavvertibile che può cambiare i nostri piani in qualsiasi momento, se solo ci si affida al coraggio di osare. È questo che manca anche alla figura del suo personaggio Cirino, voce silente e inerte di un universo «più sognato che vissuto», che «ha scritto tutta la sua vita con un inchiostro pallido, una grafia quasi invisibile». Ecco che lo spettacolo svela una ritorsione narrativa, una natura differente delle cose, «qualcosa accade al di là del niente quotidiano», con molta più fantasia di quanto ci si aspetti. Il tragico e il comico si susseguono mostrando una realtà inaspettata e turbolenta che non travolge solo Cirino ma gli spettatori stessi, increduli testimoni di uno sconfinato e intimo mondo lontano: «l’avvertimento di una vita diversa che non era mai stata, ma che conteneva in sé le promesse di quello che avrebbe potuto essere». Una lezione teatrale e di “comunicazione sentimentale” sui nostri compartimenti stagni inconfessati su cui è difficile fare luce e che, forse, solo l’immaginazione emotiva può ravvivare e riconoscere.

Firenze – TEATRO DELLA PERGOLA, 18 marzo 2016.

Mara Marchi

CIRINO E MARILDA NON SI PUO’ FAREProduzione: Marisa; Di: Anna Marchesini; Musiche: Martin Diaz, Marco Collazzoni, Saverio Federici; Costumi: Maison Gattinoni; Interpreti: Anna Marchesini.

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