“Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni”: sulla crisi e sulla morte

Per la rassegna Materia Prima al Teatro Cantiere Florida il lavoro di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

Qual è il limite? Quando un uomo arriva a comprendere veramente la crisi? Perché la precarietà, la miseria, la compressione non sono subito percepite; giunge un momento, quasi improvviso, in cui non puoi più volgere lo sguardo dall’altra parte, la crisi è ovunque. È la domanda che si pongono Daria Deflorian e Antonio Tagliarini nello spettacolo “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni”, vincitore del premio UBU 2014 come novità italiana e ricerca drammaturgica, ospitato al Teatro Cantiere Florida di Firenze per la rassegna Materia Prima curata da Murmuris. Punto di partenza di questo lavoro è un’immagine tratta dal romanzo del greco Petros Markaris “L’esattore” (2011): durante la crisi economica greca vengono ritrovate le salme di quattro donne pensionate, le quali hanno deciso di suicidarsi per non essere più un peso per lo Stato. Ecco il superamento del limite.

defloriantagliarini-┬®Claudia Pajewski-8522Il dilemma è: come mettere in scena un tale dramma? Come riportare la realtà in teatro senza perdere la sua drammaticità? Nella storia del teatro contemporaneo sono state diverse le strade per superare la finzione e proporre la verità nuda e cruda; il percorso artistico di Deflorian e Tagliarini indaga su una sorta di straniamento che, per la sua distanza dal reale, riesce per contrasto a rivelarne la carica emotiva. Già nel loro primo lavoro del 2008 (“Rewind”) il duo aveva cominciato questa arte del non-racconto e del non-rappresentare: l’oggetto di cui si parla diventa uno spunto per riflettere, per dialogare, ma è nella digressione che i due attori-registi riescono a vivere, a “sentire” la storia che potrebbero solo raccontare; l’impossibilità di metterla in scena diventa presupposto per evocarla senza bisogno di interpretare dei ruoli. Sul palcoscenico si crea uno spazio di “inter realtà” tra attori e personaggi, un “invisibile” che rivela la vita, pur mantenendola lontana. È come poterla vedere nella sua brutalità attraverso un vetro, evitando però l’impatto freddo e distaccato della tv. Il teatro allora assume il ruolo di memoria collettiva, di riflessione su ciò che accade, non garantisce una soluzione, purtroppo, ma ha un valore civile, di sensibilizzazione.

Ce ne andiamo per non darvi troppe preoccupazioni-┬®Claudia Pajewski bassaÈ nell’impotenza dichiarata dagli interpreti sin dall’inizio che va ricercato il senso di questo spettacolo, in cui per la prima volta il duo Deflorian/Taglierini viene affiancato da altri due attori: Monica Piseddu e Valentino Villa, anche loro carichi di emotività, ma “incapaci” di recitare. È una sensazione che ben presto viene trasmessa anche al pubblico, sentirsi coinvolti in una terribile disgrazia umana, eppure rimanerne estranei. I quattro attori non interpretano le anziane suicide, non narrano la loro storia, ma riescono ugualmente a riproporre in scena il loro dramma. È come se il tentativo di mettere in scena la vicenda delle pensionate greche sia fallito e allora sono lì, che ne parlano. Nell’esplicitare la loro difficoltà di rappresentarla hanno l’occasione di ragionare sulla morte, sulle contraddizioni della vita e sulle assurdità del presente. Ma la pièce si interroga anche sul “diritto ad ammazzarsi”, sul suicidio come gesto politico, sul bisogno di agire, perfino in modo estremo, per denunciare il degrado sociale in cui l’Europa sta precipitando. Un lavoro intenso, sottile, quasi sussurrato. Un dire e non dire che si trasforma in un urlo metaforico. Deflorian/Taglierini confermano la forza del teatro, delle sue innumerevoli potenzialità espressive e, nello stesso tempo, dimostrano che le forme alternative – e, perché no, sperimentali – di stare in scena possono essere altrettanto toccanti, ironiche e comunicative, benché siano di chiara lettura.

Firenze – TEATRO CANTIERE FLORIDA, 19 marzo 2015

Mariagiovanna Grifi

CE NE ANDIAMO PER NON DARVI ALTRE PREOCCUPAZIONIIspirato a un’immagine del romanzo di Petros Markaris “L’esattore”. Progetto: Daria Deflorian, Antonio Tagliarini; Collaborazione al progetto: Monica Piseddu e Valentino Villa; Luci: Gianni Staropoli; Consulenza per le scene: Marina Haas; Produzione: A.D.; Coproduzione: Teatro di Roma / Romaeuropa Festival 2013 / 369 gradi; in collaborazione con: Festival Castel dei Mondi; Residenze artistiche: Centrale Fies / Olinda / Angelo Mai Altrove Occupato / Percorsi Rialto / Romaeuropa / Teatro Furio Camillo / Carrozzerie n.o.t.; Foto: Claudia Pajewski.

Interpreti: Daria Deflorian, Monica Piseddu, Antonio Tagliarini e Valentino Villa.

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