“Bordello di mare con città”, Un Moscato potente e amaro

Trent’anni fa Napoli perdeva improvvisamente e in modo violento il genio e la follia di Annibale Ruccello, scompaginando le regole la sua drammaturgia innovava le scene donando, allo stesso tempo, speranza.

Tante le manifestazioni partenopee dedite a celebrare questa prematura scomparsa, il Teatro Bellini si affida al trio Rosi-Moscato-Cerciello. La compagnia Elledieffe di Luca De Filippo che continua oggi nel corpo e nella voce di Carolina Rosi, appare in quanto produttore dello spettacolo, e per ricordare Ruccello, e per celebrare i venti anni di attività del Teatro Elicantropo, di cui Cerciello è fondatore e anima.

Carlo Cerciello alla ricerca di «quel filo invisibile che si chiama teatro», si confronta per la terza volta con un testo moscatiano, e dopo aver diretto Signurì Signurì e Scannasurice, ci propone adesso Bordello di mare con città. Questo testo fu commissionato a Moscato esattamente trent’anni anni fa, in seguito alla morte di Ruccello, cui era stata affidata la scrittura.

Moscato affondò nel suo dolore ed elaborando il lutto diede appunto vita a Bordello di mare con città. Ma l’elaborazione in realtà è durata molto di più, perché eccezion fatta per un allestimento realizzato nel 2008 nel carcere femminile di Pozzuoli, questa è la prima volta che la pièce raggiunge le tavole di un palcoscenico ufficiale. Enzo Moscato è in scena nel ruolo del giornalista-narratore esterno, nel primo atto tira le fila del racconto intervistando le ex prostitute ormai redente del bordello; nel secondo atto, seduto sull’arco di prosceni,o svolge il ruolo di coro, leggendo sé stesso è come se interpretasse sé stesso. Una fotografia di Ruccello in abiti femminili campeggia sulla scena, sia nel primo atto che ci mostra l’anima kitsch di questa casa chiusa dalle pareti rosa shocking, sia nel secondo atto, a tragedia già consumata, quando l’atmosfera funeraria diviene dominante. Ruccello incarna la tanto amata fondatrice del bordello, va da sé che la fotografia è simbolo foriero di tanti e più significati, l’impatto è certamente forte.

Ma le vere protagoniste di questo dramma sono le donne, capaci di accogliere, di vivere e condividere il dolore nella sua interezza, di far onore alla figura di Ruccello, di dar voce al potente verbo moscatiano. Donne ambivalenti, forti, coraggiose, tormentate, per ognuna di loro il regista sceglie una chiave interpretativa diversa: pop e divertente per Madamina-Cristina Donadio e Cleò-Ivana Maione, disperata e ambivalente per una straordinaria Imma Villa nel ruolo di Titina, versatile e arrabbiata per Assunta interpretata da Fulvia Carotenuto; tutte in parte, tutte impeccabili. Poi vi è Sefora Russo, la ragazzina vittima attorno cui ruota la tragedia, l’interprete sfortunatamente non regge il ruolo e il confronto con le colleghe. Oltre a Moscato vi è poi in scena un altro uomo: Lello Serao, il cardinale, la cui essenza viscida è sottolineata dall’atteggiamento intenzionalmente borioso e da un costume volutamente vistoso.

La pièce è divisa in due quadri, due ambienti differenti, la parola è forte, la storia è scabrosa, la regia un po’ dimessa di fronte a cotanta abbondanza. Cerciello è sempre preciso, tutto è studiato al dettaglio, ma avrebbe dovuto far sentire ancor di più la sua presenza. La messinscena è bella ma faticosa, non coinvolge; la scrittura drammaturgica non incontra sempre la scrittura scenica, da qui la pesantezza e a tratti purtroppo la noia.

 

Mariarosaria Mazzone

Teatro Bellini, 28/10/2016

di Enzo Moscato
con (in o.a.)

Fulvia Carotenuto, Cristina Donadio, Ivana Maione, Enzo Moscato, Sefora Russo, Lello Serao, Imma Villa

scene Roberto Crea
costumi Alessandro Ciammarughi
suono Hubert Westkemper
musiche originali Paolo Coletta
luci Cesare Accetta

regia Carlo Cerciello

aiuto regia Walter Cerrotta, Aniello Mallardo, trucco Vincenzo Cucchiara, assistente scenografo

Michele Gigi, assistente ai costumi Concetta Nappi, direttore di scena Mimmo Pirolla, macchinista Mariano Giamè, realizzazione scene Retroscena, realizzazione costumi Costumi d’Arte, foto di scena Andrea Falasconi, segreteria di produzione Deborah Frate, produzione e amministrazione Alessandro Mattias, ufficio stampa Renato Rizzardi, consulenza organizzativa Natalia Di Iorio

produzione
Elledieffe, Teatro Elicantropo

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