“Bent”: tra odio e omofobia, lo sterminio dei triangoli rosa

Per il Giorno della Memoria 2016 la compagnia Cervelli in Tempesta ha riproposto al Teatro di Rifredi la sconvolgente pièce di Sherman.

Uno spettacolo scomodo e toccante, quello che la compagnia Cervelli in Tempesta ha messo in scena al Teatro di Rifredi in occasione del Giorno della Memoria 2016. Scomodo anzitutto perché affronta una pagina della storia europea del Novecento rimossa dalle nostre coscienze: lo sterminio nei campi di concentramento nazisti di migliaia di persone in ragione del loro orientamento sessuale. A distinguerli dagli altri prigionieri un triangolo rosa cucito sulla divisa all’altezza del petto, simbolo che li rendeva emarginati tra gli emarginati in quell’universo mostruoso che furono i lager. E il sospetto è che tale rimozione sia dettata anche dalla paura e dall’incapacità, ancora oggi, di rapportarsi con ciò che viene sentito come diverso e destabilizzante: l’odio e il disagio nei confronti degli omosessuali è ancora una realtà drammaticamente attuale (ed ecco un altro dei motivi per cui ci troviamo di fronte a uno spettacolo scomodo). Toccante per la sensibilità e la giusta dose di ironia con cui il regista Lorenzo Tarocchi è riuscito a portare in scena “Bent”, adattamento dell’omonima pièce di Martin Sherman rappresentata per la prima volta al London’s Royal Court Theatre nel 1979.

Attraverso un abile uso dello spazio e di pochi oggetti di scena gli attori della compagnia sono riusciti a raccontare in maniera efficace le due facce di una Berlino anni Trenta che visse l’improvviso e traumatico passaggio da un clima relativamente liberale alle più estreme forme di omofobia. Al centro la cosiddetta “Notte dei lunghi coltelli” (1934) durante la quale Hitler pose fine alle truppe d’assalto e fece uccidere il loro capo, l’omosessuale Ernst Rohm, avviando una violenta campagna repressiva nei confronti dei gay. Filo conduttore la storia di Max, assiduo frequentatore dei cabaret della capitale del Reich e convivente del ballerino Rudy. Costretto a vivere la fuga, l’arresto, la violenta morte dell’amante, gli abusi e la deportazione a Dachau, egli rinnega la propria omosessualità fingendosi ebreo. Ma il bisogno di relazioni e di contatto umano è più forte di qualsiasi prevaricazione e la brutalità non può impedire il fiorire di una storia d’amore fragile e delicata, destinata a un esito drammatico, ma la cui intensità e poesia rappresenta una speranza per tutti noi.

Firenze – TEATRO DI Rifredi, 26 gennaio 2016

Lorena Vallieri

BENT – Cervelli in Tempesta

Di Martin Sherman; regia: Lorenzo Tarocchi; scene e luci: Eva Sgrò, Loris Giancola; costumi: Tedavì ’98; aiuto regia: Cristiana Ionda. In collaborazione con Amnesty International Italia.

Interpreti: Henrj Bartolini, Gabriele Giaffreda, Alessio Nieddu, Alessandro Novolissi, Francesco Tasselli, Davide Arena. Voce fuori scena: Marcello Sbigoli.

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