“Bella Ciao”, lo spettacolo del folk revival torna alla ribalta dopo cinquant’anni

Al Teatro Puccini un cast di voci e suoni eufonico per la direzione artistica di Franco Fabbri.

Erano i primi anni ’60 quando “Bella Ciao” fu presentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto, un lavoro dalla portata travolgente per tutti gli amanti di musica popolare e non solo, che con grande successo ha stracciato i botteghini delle piazze italiane ed internazionali. A distanza di 50 anni dal primo allestimento del 21 giugno 1964, questo spettacolo è stato riproposto al Teatro Puccini di Firenze per un’unica anteprima straripante di pubblico, continuando a preservare gli intenti e le tracce originari, ma rinnovando alcune sfumature derivate dalle trasformazioni a cui il folk revival è andato incontro in questi ultimi tempi. A dirigere gli arrangiamenti musicali di questa odierna réunion, l’artista e strumentista pistoiese Riccardo Tesi, organettista già leader e fondatore di Banditaliana, uno dei gruppi di world music più applauditi anche all’estero. Con lui sul palco un cast che parla da solo e ribadisce a gola spiegata la sua bravura, non solo negli estratti vocali interpretati da un armonico trio femminile – Ginevra di Marco, Lucilla Galeazzi, Elena Ledda – ma anche nei passaggi strumentali che hanno visto un entourage sonoro ben amalgamato accompagnare le tre voci, tra cui: Alessio Lega alla voce e alla chitarra, Gigi Biolcati alle percussioni e Andrea Salvadori alla chitarra. Fin dalle prime note questo progetto conferma la potenza elettromagnetica della musica popolare, capace di aggregare spettatori variegati sempre incuriositi dal sound etnografico trasportatore di tradizioni mai passate di moda.

La storia di “Bella Ciao” è stata raccontata tante volte, spesso con cronache leggendarie non del tutto documentabili. E’ accertato la sua prima incisione risalga, però, al 1919 a New York, in un 78 giri suonato dal fisarmonicista zingaro Mishka Tsiganoff nella lontana Odessa ed intitolato ‘Klezmer – Yiddish swing music’. La canzone diventò inno ufficiale della Resistenza solo vent’anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, consacrata da Giovanna Daffini che, nel 1962, ne stornellò un adattamento dove non si menzionavano partigiani ed invasori, bensì le giornate lavorative delle mondine nelle risaie tra Vercelli e Novara. Così fu facile per gli storici del tempo scovare il trait d’union tra un’ode alla lotta, manifestazione dello spirito antifascista, e un pregresso salmo di lavoro emblema del mondo contadino. Ma la popolarità di “Bella Ciao” si deve anche ai numerosi ‘Festival mondiali della gioventù democratica’ organizzati in molti centri europei fra cui Praga, Vienna e Berlino, dove questo brano fu intonato in tutte le lingue dai diversi delegati stranieri presenti, fino a raggiungere la massima diffusione durante i cortei studenteschi ed operai del Sessantotto.

Oggi come allora quest’inconfondibile sonata cattura e rapisce con la sua armonia poetica e viscerale, uno stile chiaro e semplice, passionale negli ideali che incarna, fervido nei colori che emana. Una grazia commovente in onore di una memoria che resiste e non cessa il suo canto.

 Firenze – TEATRO PUCCINI, 28 aprile 2015.

Mara Marchi

BELLA CIAODirezione artistica: Franco Fabbri; Direzione musicale: Riccardo Tesi; Interpreti vocali: Elena Ledda, Ginevra di Marco, Lucilla Galeazzi, Alessio Lega, Gigi Biolcati; Organetto: Riccardo Tesi; Chitarra: Andrea Salvadori, Alessio Lega; Percussioni: Gigi Biolcati.

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