“Bella Addormentata” e la favola del teatro

Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la nuova coreografia di Diego Tortelli per il Balletto di Toscana Junior diretto da Cristina Bozzolini.

Quando al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino arriva – o torna – la danza, è sempre una bella cosa. Dopo la chiusura definitiva del MaggioDanza per salvare orchestra e coro da quello che era un disastro finanziario, sul palcoscenico del rinnovato teatro fiorentino sono i concerti e l’opera, in particolar modo, a dominare le scelte della programmazione. Dopo che, nel 2015, il sovrintendente Bianchi aveva fatto la scelta «dolorosa» di sciogliere la compagnia, la danza riappare nell’edificio poco distante dal vecchio Comunale, in veste di “ospite”. Ed ospite, in questa stagione 2017/2018 è il Balletto di Toscana Junior con “Bella Addormentata”. I danzatori della compagnia fondata e diretta da Cristina Bozzolini sono i protagonisti di un classico senza tempo; la coreografia però è completamente nuova, lontanissima da quella “forma” così rigida alla Petipa ma assolutamente in linea con lo stile, invece, delle produzioni della compagnia.

Non è la prima volta che questa realtà, costituita mediamente da giovani talenti under 21, si confronta con opere cosiddette “classiche”; come “Coppelia” di Monteverde, “Giselle” di Scigliano e “Romeo e Giulietta” di Bombana, con le partiture originali rispettivamente di Leo Delibes, Adolphe Adam e Sergej Prokofiev, anche questa “Bella Addormentata” non si allontana dall’originale composizione di Čajkovskij. Lo Junior BdT in questa occasione non solo ha voluto proporre un nuovo remake contemporaneo dell’opera, ma lo ha voluto fare con un coreografo «emergente». Diego Tortelli, infatti, che firma la drammaturgia e la coreografia, ha soli trent’anni e ha iniziato da poco seppur già con ottimi risultati, la sua carriera da maestro freelancer; solo nel 2015 aveva lasciato il Ballet National de Marseille passando, di fatto, dall’altra parte della “cattedra”.

Nella rilettura e/o rivisitazione di un’opera che nella sua versione originale (quella di Petipa) è entrata nei repertori di tutto il mondo e che, in tempi decisamente più moderni, è stata fonte d’ispirazioni per coreografi quali Mats Ek o Matthew Bourne, il rischio è sempre quello di dare vita a qualcosa che non possa reggere il confronto. In questo caso, invece, è proprio la chiave di lettura il fattore innovativo della nuova produzione. Lontani dal mondo idilliaco, seppur stregato, della favola alla Perrault con re, regina, fate madrine e la principessa Aurora che si punge col fuso di un arcolaio, assistiamo all’addormentarsi della Bellezza, quella che il protagonista, un giovane poeta, cerca disperatamente in un’arida quotidianità. Non esiste incanto del mondo se non quello cercato altrove, lontano dalle cose comuni e alla portata di ognuno. Ma se ciò che affascina, incuriosisce, allo stesso tempo, spaventa chi ne è attratto proprio per l’ignoto della sua natura. Tenacia e smarrimento, sicurezza e incertezza, attrazione e repulsione, sono questi i sentimenti che pervadono e invadono il protagonista che non è principe, sovrano o signore come nelle favole a lieto fine, ma uomo in carne e ossa alla ricerca di un’ispirazione. Ciò che cerca lo trova come l’immagine opaca che si muove dietro un vetro appannato: intravede una sagoma, il colore che prevale anche sulla stessa luce, il suo moto perpetuo. Cerca di varcare il confine che lo separa da quella figura da cui è attratto, che appare e scompare come un miraggio, un inganno, un’illusione. Sono forti e precise le geometrie in scena, tanto quelle dei danzatori quanto quelle degli elementi presenti, soprattutto i giochi di luce che delimitano spazi da oltrepassare o entro i quali restare “bloccati”.

Tra il titolo e l’opera si crea come un cortocircuito, soluzione che lascia lo spettatore come sospeso in quello che è anche un suo smarrimento, oltre quello del protagonista. Anche se inizialmente ci domandiamo dove sia finito quel “C’era una volta..”,  dove sia l’incanto della fiaba che si cela in quell’eterno titolo, sogno d’un amore, alla fine capiamo che è proprio lì, davanti agli occhi di chi si siede e guarda. Il palcoscenico è in grado di rivelare l’incantesimo, di condurci comunque verso un lieto fine che è come la magia di una bacchetta che si agita. E se la vera favola fosse proprio il teatro?

Firenze – TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO, 15 dicembre 2017

Laura Sciortino

BELLA ADDORMENTATADirettore: Giuseppe La Malfa; Coreografia: Diego Tortelli; Drammaturgia musicale: Francesco Sacco; Costumi: Santi Rinciari; Luci: Carlo Cerri; Pianoforte: Francesco Novelli; Aurora: Matilde Di Ciolo; Poeta: Roberto Doveri; Fidanzata: Veronica Galdo; Carabosse: Martino Biagi; Cameriere: Cristina Acri, Ilaria Centola, Serena Santinelli; Spazzini: Alessandro Torresin, Marianna Miglio, Beatrice Ciattini; Maggiordono: Jody Bet; Poliziotto: Angelica Mattiazzi; Ombre: Paolo Rizzo, Mattia Luparelli, Jody Bet, Alessandro Torresin; Donne: Cristina Acri, Ilaria Centola, Beatrice Ciattini, Angelica Mattiazzi, Marianna Miglio, Serena Santinelli; Uomini: Paolo Rizzo, Mattia Luparelli, Jody Bet, Alessandro Torresin.

 

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