“Bambolina” al Napoli Fringe Festival
Un inferno/interno metropolitano

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L’eterno gioco del potere, e delle sue derive, va in scena con “Bambolina”, titolo aggraziato e fuorviante di una piéce durissima e con pochi spiragli di luce, andata in scena alla Sala Assoli del Teatro Nuovo per il Napoli Fringe Festival. Una tranche de vie in un contesto di degrado umano e sociale, con la droga a dettare i tempi della vita e (soprattutto) della morte. Diretti da Gianni Spezzano, anche autore del testo, Adriano Pantaleo, Cristel Checca, Rocco Giordano e Mario Paradiso jr si muovono sicuri in un interno/inferno in cui tutti sono colpevoli e vittime a fasi alterne, ma sempre e comunque autolesionisti nel gestire i rapporti di amore, di amicizia e persino di sesso. Tocca a Pantaleo, ancora una volta impeccabile nei gesti e nella voce, il ruolo più controverso e difficile, in un meccanismo che non va mai fuori giri grazie anche ad una serie di éscamotages scenici di grande efficacia ed una gestione degli spazi perfetta. Il citofono dell’appartamento, la panchina degli incontri, la strada a fondo scena, la droga rappresentata da esili palloncini e gli oggetti sospesi ad esili corde fanno gioco alla tensione, e pazienza se non tutto tecnicamente fila per il verso giusto o se qua e là trapela qualche ingenuità giovanile nella regia e nel testo. “Bambolina” commuove senza ricatti emotivi, ed è un buon esempio di teatro moderno, ecumenico ma non didascalico, che ritaglia belle figurine (ma il personaggio di Giordano poteva essere approfondito) senza ricorso a luoghi comuni o napoletanismi fini a sé stessi.
Napoli, Teatro Nuovo sala Assoli
Antonio Mocciola

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