Antonio Pascuzzo stasera a Porto Petraio di Napoli

Continua a scorrere sui binari della world music la kermesse TRAIN DE VIE – Musica su Rotaie, voluta dalla label AGUALOCA RECORDS con la direzione artistica di DAVIDE MASTROPAOLO, e ospitata da PORTO PETRAIO. L’esibizione di ANTONIO PASCUZZO è il VII di 9 appuntamenti; la formula resta intatta: opening aperitif ore 20:00, start concert ore 21:00.

Dopo l’heavy metal interpretato in acustico dai Driving Mrs. Satan, piccolo cambio di rotta con la performance del cantautore originario di Catanzaro, ma adottato dalla capitale che, messi da parte codici e arringhe, si consacra alla musica, sua antica passione coltivata da sempre accanto all’attività forense. Pascuzzo, oltre che cantautore e musicista, è anche produttore e direttore artistico. Del 2010 è l’album “Rossoantico”, autoprodotto, finalista come miglior Opera Prima al Premio Tenco, presentato con un concerto all’Auditorium Parco della Musica. Tra il 2010 e 2011 collabora alle produzioni discografiche e dei concerti di Alessandro Mannarino. Nel luglio 2014 apre il live di Goran Bregovic al Festival Eutropia a Roma. È direttore artistico dell’Atina Jazz Festival e, nel settembre 2014, ha ricevuto il premio MEI per l’originale direzione artistica. È organizzatore anche di altre rassegne come “Roma di Amilcare”, “Senti che Fiora”, “La Mi Maremma”, “Casalvieri Summer Festival”, “Afarlamarecominciatu”.

Della primavera 2015 è la sua più recente fatica discografica: “Pascouche” (Parco della Musica Records), che già nel titolo rivela varietà e ricchezza: un’ironica crasi tra il cognome dell’artista e il manouche, il jazz della cultura sinti e tzigana.

In una formazione essenziale e minimalista, con accanto Francesco Forni e Pericle Odierna, il live del 27 febbraio a Porto Petraio vedrà protagoniste le 14 tracce di quest’album colme di musica, parole e storie, pulsanti di vita, capaci di creare un piccolo universo a sé, “un viaggio fatto di canzoni nate voce e chitarra, senza timori o soccorsi, in cui il brano c’è o non c’è… pezzi che parlano forte e chiaro lungo un iter in cui prendo in prestito le musiche del mondo per affrontare temi vari, per raccontare, denunciare, difendere, sollecitare…”, come spiega lo stesso autore. Malinconie del fado, ritmi swing, stilemi manouche (uno dei tanti ospiti del disco è Angelo Debarre, erede in vita di Django Reinhardt, massimo esponente del genere), sonorità cubane, il calypso degli ukulele dei Sinfonico Honolulu, reminiscenze balcaniche, accanto a cadenze della nostra musica popolare, con una timbrica sui generis e una verve interpretativa coinvolgente. Ricordi del primo Capossela, vaghe assonanze con Mannarino, Conte e un certo Buscaglione style, il tutto riletto alla luce di una personalissima vena cantautoriale. La forma canzone vive in storie sociali, attuali, politiche, interpersonali: si va dal valore dell’arte e della musica, sino all’amore, alla violenza sulle donne, alle migrazioni dei nuovi schiavi, all’omofobia, alla vicenda dei “No Tav”.

A questo cd hanno collaborato in tanti: Angelo Debarre che ha concepito gli arrangiamenti, i Solis String Quartet, i Sinfonico Honolulu, i Rossoantico, Pericle Odierna, Giorgio Secco e Adriana Ester Gallo, Marco Rinalduzzi, vari musicisti e amici, oltre ovviamente a Ilaria Graziano e Francesco Forni, quest’ultimo, come già accennato, on stage sabato 27 febbraio a Porto Petraio. La cover dell’album rende omaggio a “Scio”, disco dell’indimenticato Pino Daniele, amico, prima che grande artista.

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