“Amarti è una fatica”, presentazione al Funaro di Pistoia

04-IlFunaro_Ph.SchincoGiovedì 16 giugno, alle ore 21, al Funaro di Pistoia è in programma la presentazione del libro di Beata Nagy, “Amarti è una fatica”, edito da Giraldi Editore. L’autrice ungherese frequenta dal 2012 il Laboratorio di scrittura Che Gianni Cascone tiene nel Centro Culturale. Alcuni sogni diventano realtà: al Funaro l’esordio di una nuova scrittrice immigrata.

Giovedì 16 giugno, alle ore 21, al Funaro di Pistoia è in programma la presentazione di un libro speciale, quello di Beata Nagy, dal titolo “Amarti è una fatica”, edito da Giraldi Editore. L’eccezionalità di questa composizione risiede anche nel fatto che è in parte esito del lavoro che l’autrice ungherese fa dal 2012 con Gianni Cascone, frequentando il suo Laboratorio di scrittura. Gianni Cascone, scrittore e regista, ideatore del Festival Internazionale di Letteratura Forme del Narrare, che da anni si dedica alla scoperta di nuovi talenti letterari, è uno dei qualificati insegnanti che nel corso dell’anno contribuisce alla ricca e trasversale proposta formativa del Funaro, indirizzata a tutti gli interessati non professionisti o forse sarebbe meglio dire, in casi come questi “non ancora preofessionisti”. Teatro, scrittura, sartoria teatrale sono le discipline che annualmente si insegnano al Funaro e che per i ragazzi e gli adulti che partecipano possono infatti essere un utile stimolo per aprire nuove prospettive, anche professionali.

Beata Nagy è nata da famiglia ungherese a Marghita in Transilvania nel 1982. Dopo la licenza superiore scientifica, ha studiato per due anni Letteratura e Storia a Budapest. Nel 2004 si è sposata con un italiano e si è traferita sull’Appennino pistoiese, del 2013 è il trasferimento a Pistoia, dopo la separazione e l’approfondimento delle tecniche di scrittura il cui studio era iniziato l’anno precedente, al Funaro.

“Amarti è una fatica” racconta dell’educazione sentimentale di una giovane donna nata al confine di due paesi e di due culture all’interno del blocco orientale durante gli ultimi anni della Cortina di Ferro. Nella disperata ricerca di un amore autentico, che è anche ricerca di identità, Krisztina si affida al suo corpo: gli uomini, che si susseguono in opaca sequenza, per lo più intendono godere materialmente di questo corpo. Per lei, invece, il corpo è una frontiera, la pelle dell’anima che tenta di riconoscere nella passione la prova dell’amore, l’indizio di quell’unità originaria, narrata da Platone nel mito originario, di cui la protagonista sente di essere orfana. E da questa frontiera Krisztina sogna l’America, una qualsiasi terra promessa verso la quale spera di fuggire insieme al suo amore, via dalla repressione. Per fortuna a volte i miracoli accadono: finalmente dall’occidente mediterraneo arriva il vero amore, portando in dono felicità e libertà. Poi un giorno la donna si sveglia dal sonno delle illusioni e inizia a vivere la realtà sognata: Krisztina ne sconta la quotidianità, il bene e il male, fino alle estreme conseguenze che si dissolvono nel fumo di un’ultima sigaretta.

Alla presentazione interverranno Gianni Cascone, Massimiliano Barbini, responsabile della Biblioteca del Funaro, con Federica Barelli, Costanza Cappellini e Jusca Tredici; la fisarmonica di Veronica Caggia e il violino di Diego Dadà accompagneranno le letture con musica dal vivo. Ingresso libero.

 

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