“After the End”, metafora
della fine del mondo

 

Teatro ZTN

vico Bagnara 4, Napoli

Dal 13 al 14 novembre

AFTER THE END

di Dennis Kelly.

con Emanuele Iovino e Federica Flibotto

Regia Maurizio D. Capuano

Assistente alla regia Giuseppe Brandi

Louise si sveglia nel rifugio antiatomico di Mark, che le dice di averla portata lì per salvarla, in seguito all’esplosione di ordigni biochimici che pare abbiano diffuso sulla Terra un terribile virus che provoca una misteriosa malattia mortale.

Louise non ricorda niente, è sotto shock, preoccupata per i suoi parenti e amici, chiede spiegazioni, ma Mark le dice che dovranno aspettare lì, attendere istruzioni dalla radio, che per ora è fuori uso.

Il tempo passa, i due parlano, discutono, Mark vuole costringere Louise a giocare a “Dungeon & Dragons”; Louise non vuole e, lentamente, la convivenza tra i due diventa sempre più complicata.

Lentamente, Mark rivela la sua vera natura, affama Louise, la vessa psicologicamente e, infine, fisicamente.

Fino a quando i ruoli si invertono, la vittima diventa carnefice e nascono sospetti sulla versione dei fatti raccontata da Mark.

 

NOTE DI REGIA

After the End” è un testo del 2005, scritto da Dennis Kelly in seguito agli attentati di Londra.

L’uso della metafora della fine del mondo per raccontare in maniera pregnante il deteriorarsi del rapporto tra esseri umani, tra vittima e carnefice si rivela vincente, allora come oggi.

E proprio sull’oggi che si concentra la regia.

Con la pandemia, il mondo s’è ritrovato a vivere un’esperienza comune, un’esperienza vista da molti proprio come la fine del mondo.

E non è un mistero, visto che le notizie al riguardo hanno riempito le pagine di cronaca, che la convivenza

Forzata causata dai vari lockdown, ha visto un aumento spropositato dei casi di violenza domestica.

È come se milioni di Louise si fossero trovate in un bunker con milioni di altri Mark.

Le pareti di casa (qualcosa che dovrebbe essere familiare, accogliente) si

Sono trasformate nelle pareti d’un rifugio antiatomico.

“Io ti uccido, cazzo, e poi mi uccido se non mi ami”, “Ti ammazzo, Louise. Di’ che mi ami, cazzo!”: imporre

L’amore o uccidere l’oggetto del desiderio.

Le storie di violenza domestica sono piene di Mark, maniaci del controllo, di quelli che credono di dover salvare le

Donne da sé stesse, che pensano di sapere quale vita sia meglio per loro, che ritengono la donna qualcosa da

Possedere, da idealizzare (esseri quasi divini).

Tuttavia, se queste donne, queste moderne Louise intravvedono

Una luce attraverso la botola, una possibilità di lasciarsi alle spalle i metri di terra che le separano dalla vita e

Tornare finalmente a respirare, allora sono delle ingrate da poter chiamare

Puttane che non meritano di vivere.

È impressionante come un testo scritto sedici anni fa, all’indomani di un terribile attentato, parli della condizione della donna senza essere stato concepito, in origine, per farlo; è impressionante come rispecchi fedelmente orrori di cui ancora oggi non si parla abbastanza e la cui responsabilità la nostra società tende ancora a scaricare sulle vittime di violenza.

Ingresso con tessera riservato ai soci.

Costo della tessera: 10,00 euro.

Costo della tessera per gruppi composti da più di cinque persone: 8,00 euro.

Costo della tessera per over 60: 8,00 euro.

Per i non soci, sarà possibile prenotare la tessera da ritirare al botteghino inviando un messaggio WhatsApp al numero 351 910 2405;

Orario spettacoli: 


– sabato, ore 20:30; 

– domenica, ore 19:00.

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