Addio a Monica Scattini
signora della commedia

Ha fatto appena in tempo a compiere 59 anni, Monica Scattini, prima di spegnersi in un ospedale di Roma, dopo lunga malattia. Malattia vissuta discretamente, con un pudore che spesso i suoi personaggi teatrali, televisivi e cinematografici, non avevano. Esagerata, quasi “camp”, sopra le righe; in una parola: comica. La Scattini é stata una grande, grandissima attrice comica. Un volto che non si dimentica, di simpatia istintiva, una voce roca, tempi e gesti perfetti. E il grande equivoco che la voleva toscana, mentre in realtà romanaccia di Trastevere. Accade, quando un cliché ti si appiccica addosso, un po’ come al pugliese Domenico Modugno, per molti siciliano doc. Anche lei, come il buon Mimmo, ci ha giocato un bel po’. L’aristocratica toscana è stato uno dei suoi tormentoni, nei molti (troppi?) cinepanettoni interpretati. Però, un attimo. Non si vincono un Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista (1984, per “Lontano da dove”) ed un David di Donatello, giusto dieci anni dopo, per la stessa categoria grazie al gradevolissimo “Maniaci sentimentali”. Indimenticabile resta la sua Milena, nevrotica e ossessionata dal non poter avere figli, nel film-cult “Parenti serpenti”. Eppure, pur immersa nella fiction con tutta sé stessa, Monica Scattini riusciva a ritagliarsi altri spazi. Per Marco Calvani indossa i panni di un trans in “Unghie”, impegnativo monologo teatrale, mentre il corto “Love sharing”, presentato a dicembre, sembrava preludere ad un’incoraggiante carriera da regista. Il mestiere del padre, Luigi, venuto a mancare 5 anni fa. Con Monica Scattini se ne va una preziosa interprete brillante, che aveva ancora molte carte da scoprire. E’ questo, tra gli altri, il rimpianto maggiore.
Antonio Mocciola

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