Due figure di spicco della seconda metà del Novecento, due sovversivi dall’importante valenza artistica-culturale, bramosi di interpretare il cambiamento scaturito dalle scoperte scientifiche e tecnologiche che vivificarono l’Occidente in quegli anni. Argentino il primo, ungherese il secondo, Lucio Fontana e Victor Vasarely, gli artisti in questione, da sabato 12 luglio 2014 saranno omaggiati con un mostra curata da Valmore Zordan, allestita presso il MACA , Museo di Arte Contemporanea di Acri e visionabile fino al prossimo 19 ottobre. Circa settanta le opere esposte, simbolicamente portavoci del filo logico che accomuna i due maestri, legati da una serie di esperienze artistiche che ancora oggi influenzano attivamente l’arte contemporanea. Ad entrambi bisogna riconoscere il merito di aver ispirato molti giovani creativi: Fontana, è il fondatore e maggiore esponente del movimento spazialista, mentre Vasarely assieme a Bridget Riley è promotore dell’Op art, sviluppatosi intorno agli anni ’60 e ’70. La caratteristica predominante dello stile di Lucio si riversa nell’impugnare oggetti taglienti come lame e seghe, con i quali interviene con gesti inconfondibilmente decisi e provocatori sulle sue tele. Il suo Spazialismo condiziona fortemente l’arte, così come concepito nei vari manifesti (tra cui: Manifesto Blanco, Buenos Aires 1946; Manifesto dell’Arte Spaziale, Milano 1951; Movimento Spaziale per la Televisione, Milano 1952), sia artisti come Manzoni, Castellani, fondatori di Azimuth. Dal canto suo, Vasarely, nel 1958 durante una mostra a Buenos Aires, appassionò molti artisti sudamericani che assieme ad altri colleghi francesi, i dictat dell’arte ottico-cinetica decisero di seguirlo a Parigi per poterlo vivere appieno nel suo quotidiano.
MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)Piazza Falcone 1 Acri (Cs)
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Fabiana Laganà
