“7 14 21 28”, Rezza-Mastrella: un affascinante e necessario cinismo

Il teatro di Antonio Rezza e Flavia Mastrella è un teatro divertente, coinvolgente, cinico, dissacrante ma sfuggente, un teatro che si sottrae a ogni tipo di definizione.

7146Nell’habitat – definizione utilizzata dai medesimi autori in luogo della scena – ideato dalla Mastrella, uno spazio occupato da un’altalena, veli appesi, slittini, funi, un luogo insomma al limite del circense, Antonio Rezza gioca con il teatro. La sensazione è che lo scomponga o lo decomponga, che racconti storie procedendo per tangenti, senza mai avere un filo conduttore, come se non esistesse una scrittura drammaturgica ma solo una scenica, riempita dalla sua fisicità e dalle sue molteplici voci. L’apparente assenza drammaturgica scompensa lo spettatore che viene subito rassicurato da una ripetitività di gesti e battute; ma sono proprio queste reiterazioni, questo suo muoversi nell’habitat fissando dei luoghi, dei punti-simbolo, questo narrare scomposto che ritorna su se stesso che dà vita a una scrittura drammaturgica accattivante e precisa. Creando un non mondo o forse un mondo parallelo Antonio Rezza demistifica con il suo corpo, la sua voce e soprattutto il suo volto, e utilizzando una lingua sempre forbita, il reale in cui viviamo. Sulla scena spende tutto sé stesso, e anche di più, divertendosi, divertendoci, facendoci intravedere la bellezza dell’arte attraverso una genialità condita da un pizzico di follia.

Napoli, Teatro Bellini – 12 febbraio 2014

Mariarosaria Mazzone

“7 14 21 28” con Antonio Rezza e con Ivan Bellavista

(mai) scritto da Antonio Rezza – un Habitat di Flavia Mastrella

assistente alla creazione Massimo Camilli
disegno luci Maria Pastore
consulente tecnico Mattia Vigo
organizzazione Stefania Saltarelli

 

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