“12 baci sulla bocca”…Giuseppe Miale di Mauro trionfa ancora

Il ritorno sulla scena romana dello spettacolo “12 baci sulla bocca” di Mario Gelardi, con la regia di Giuseppe Miale di Mauro, è stato accolto con rinnovato entusiasmo dal copioso pubblico.

Cast diverso dal debutto di un anno fa ma il comune denominatore resta sempre lo stesso: grande acclamo del pubblico e meritato successo.

La scena si presenta agli occhi dello spettatore essenziale e minimalista. Ad occupare l’ambiente 3 specchi di lamiera e sedie sparse qua e là. 3 figure maschili si distinguono da subito. Antonio, il proprietario “losco” di un ristorante nel napoletano, ammanigliato con certi personaggi poco raccomandabili del quartiere e militante nella politica; Massimo, fratello di Antonio, ragazzo per bene che è in procinto di sposare la sua fidanzata Anna ma che in realtà sopprime la sua identità omosessuale; Emilio, il lavapiatti del ristorante, giovane ragazzo dal fisico esile e dai modi garbati, dichiaratamente e orgogliosamente omosessuale.

Le diverse personalità dei personaggi della piece sono portate alla vita da attori che hanno il merito di calarsi nella parte con una tale naturalezza da sembrare di rappresentare se stessi.

8238Non facile il ruolo che deve sostenere Ivan Castiglione nei panni di Antonio. Un malavitoso che si fa giustizia da sé con atti poco conformi alla legge, piuttosto ignorante e dal fare grezzo ed eccessivo, a cui non sono concesse tenerezze e smancerie. L’unico sentimento onesto che prova è nei confronti del fratello Massimo per cui darebbe la vita (ma la toglierebbe anche…).

 

 Andrea Vellotti e Adriano Pantaleo, nei IMG_8235 rispettivi ruoli di Massimo ed Emilio, li  vediamo coinvolti sulla scena legati da un  sentimento puro che culmina in una bellissima  lotta d’amore e sesso fino alla spogliazione  totale dei due protagonisti, come a significare  la libertà dai vestiti e da quei pregiudizi che,  quotidianamente, li costringono e li colpiscono  come bastonate perché omosessuali…bastonate  che possono anche uccidere!

 

Una scena commovente, che penetra sotto pelle come il sangue quando scorre nelle vene, questa “battaglia” tra Massimo ed Emilio è un grido di esistenza e dignità nei confronti del mondo, anche se sono da soli nella sala del ristorante.

La performance di Adriano Pantaleo, eccelsa e profonda a mio dire, regala al pubblico un’interpretazione viscerale che testimonia lo studio minuzioso sul personaggio fatto dall’attore.

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Giuseppe Miale di Mauro ancora una volta convince il pubblico e sa emozionare. La sua abilità di regista teatrale, e non solo quella, è nota ai più e non delude mai le aspettative. Il testo di Mario Gelardi, di per sé ricco di quegli elementi narrativi e di argomenti e fatti ambientati nei ferventi anni ’70 che lo elevano, rasenta la perfezione scenica grazie all’allestimento di Miale di Mauro.

Lo spettatore esce dalla sala piacevolmente soddisfatto: divertito da quegli spaccati di ilarità “alla napoletana” che hanno smussato le vicende della storia; visibilmente provato per quel finale che…continua a non cambiare.

 

Roma, teatro Orologio, 07 marzo 2015

Alessia Coppola

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